Ballarò debutta martedì, ma è già polemica sul nuovo conduttore Giannini
Freme l’attesa per la nuova edizione di Ballarò targata Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, che prenderà il testimone da Giovanni Floris, il quale – dopo dodici anni – ha abbandonato Rai3 per approdare su La7. Il nuovo Ballarò deve ancora partire, ma è già tempo di polemiche. All’indomani dell’ufficializzazione di Giannini quale nuovo conduttore del programma, i primi a insorgere furono i rappresentanti dell’Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai) i quali, in un comunicato, si lamentavano della scelta di una personalità esterna alla Rai, una decisione in controtendenza rispetto al piano di spending review che non risparmia neanche il servizio pubblico radiotelevisivo.
A tali critiche, si affiancano ora quelle del Movimento Cinque Stelle, che rincara la dose attraverso la voce (anzi, la tastiera) di Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, grillino della prima ora. In un intervento sul blog di Beppe Grillo, Fico si rammarica per la scelta di affidare a Giannini la guida di Ballarò, affermando che la Rai, con questa operazione, ammette implicitamente che tra i suoi 1700 giornalisti assunti non ne esiste uno in grado di condurre la trasmissione”.
Al di là della polemica sulle abilità reali o presunte dei professionisti in organico alla Rai, la questione è anche economica. “Scegliere un professionista interno comporterebbe un grande risparmio per l’azienda: Giannini si avvarrà di altri collaboratori esterni, mentre un giornalista Rai avrebbe magari coinvolto in questa esperienza altri colleghi. L’ex vicedirettore di Repubblica e il suo staff potrebbero costare alla Tv pubblica circa un milione di euro – prosegue Fico – Optando per una squadra interna, viale Mazzini avrebbe invece fatto un’operazione quasi a costo zero. Un modo di operare incomprensibile”.
La designazione del nuovo conduttore di Ballarò ha fatto storcere il naso anche negli ambienti del centrodestra. Giannini, infatti, è da molti considerato vicino al centrosinistra e al Pd, affine alla linea politica del quotidiano sul quale scrive, che negli anni non ha lesinato bordate a Berlusconi, come la resistenza dei post-it contro il bavaglio e le “dieci domande” di Giuseppe D’Avanzo. Lo stesso Giannini, che più volte era stato ospite durante la conduzione di Floris, ha spesso rivolto apertamente critiche e riserve nei confronti degli esponenti del centrodestra presenti in studio.
In ogni caso Giannini è pronto alla sfida, che si presenta piuttosto impegnativa, anche a causa della concorrenza proprio di Giovanni Floris, che condurrà il programma di approfondimento politico Di Martedì, in onda lo stesso giorno e la stessa ora. In un’intervista rilasciata a Sebastiano Messina per lo stesso giornale, Repubblica, per il quale ha lavorato per 28 anni, Giannini ha anticipato alcune novità del suo nuovo Ballarò, dalla nuova sigla al cambio del personale (il politologo Ilvo Diamanti commenterà la “parola della settimana”; per la copertina non più Maurizio Crozza ma comici a rotazione, a partire da Roberto Benigni, la sondaggista Alessandra Ghisleri al posto di Nando Pagnoncelli, che invece seguirà Floris su La7), passando per un format meno “urlante”, e più mirato ai contenuti, con spazi dedicati alla gente comune e un minor numero di ospiti. Se la formula sarà vincente, assicura Giannini, bisognerà aspettare la fine della stagione. Ma è innegabile che già mercoledì mattina, dati Auditel alla mano, si potrà già intuire la portata economica e qualitativa di questi grandi cambiamenti.