La ricetta della buona riuscita secondo Beppe Severgnini
Sempre più conosciuto e stimato dai giovani (anche io tra di loro), Beppe Severgnini serve a Camogli qualche pillola di vita, insegnando che non è mai troppo tardi per credere in progetti che prevedano il successo personale e sociale. Basta seguire qualche piccola regola.
Brevità: chi l’ha detto che la brevità faccia rima con vacuità? La letteratura è piena di tanti fantastici sintetici: Montanelli era un adoratore della sintesi e da Prezzolini a Longanesi, da Soldati a Buzzati, questi autori sono rimasti così attuali perché asciutti, con la capacità di togliere tutto ciò che non è indispensabile. L’Economist, il New York Times con New York Times Now, il corso Good Morning Italia del sito de Il Corriere della Sera funzionano, e vendono la sintesi: oggi molte cose lunghe sono in difficoltà, come la televisione con i suoi talk show, i giornali coi suoi fogli. Twitter, al contrario, è utile perché è un “decespugliatore del pensiero”, è un “filo intermentale”: i giovani, che in questo periodo a Camogli abbondano, devono imparare le due velocità del libro e di Twitter, della lunghezza e della brevità.
Empatia: i nuovi canali di comunicazione sono diventati canali diagnostici e hanno rivelato emozioni e idee di chi li usa ma che aveva paura di comunicare. Eppure comunicare non è tirare le freccette, è giocare a freccette e preoccuparsi di sapere se sono arrivate al bersaglio. Dobbiamo dunque imparare a essere utili: uno scrittore che commuove, appassiona, porta serenità è utile.
Precisione: prima si imparano i fondamentali, poi si può dire di sapere giocare a uno sport. La scrittura, spontanea come ogni arte, ha dei fondamentali imprescindibili e come lei la comunicazione quotidiana, durante la quale è vietato sbagliare le mail, sbagliare la consecutio temporum. Perché l’errore lascia traccia profonda.
Passione: la comunicazione si crea anche con la passione e la passione si crea in molti modi. Mescolare talenti e personalità, competenze e generazioni è una di queste strade.
Elasticità: vivere è mescolare e fare molte cose (con disciplina) non distrae, anzi arricchisce. La verità è che la realtà è creativa per definizione perché in essa scorre la vita: il problema di molti nell’Italia di oggi è che hanno rinunciato al fiume per scegliere lo stagno: va bene, ma che poi non si lamentino dei rospi.
Clara Amodeo