In Europa starebbe prendendo piede una nuova politica di accentramento delle decisioni di politica economica, che sarebbe affidata alla prossima Commissione Ue a guida Junker. Dall’Ecofin informale di Milano stanno arrivando segnali contrastanti sull’ipotesi che la Commissione Ue richieda a Roma un dettagliato programma in merito alle riforme da attuare. Infatti la nuova politica Europea prevederebbe per quei paesi che hanno avuto maggiori difficoltà ad uscire dalla crisi, ma che non sono dovuti passare sotto le cure della Troika, di trasmettere un piano dettagliato di riforme da allegare ai conti pubblici, sul quale Bruxelles si riserverebbe di emettere giudizi e richiami all’attuazione.
Secondo Padoan, non sarebbe preoccupante la cessione di sovranità che questo nuovo corso comporterebbe poiché “Il controllo europeo sulle riforme è uno strumento utile, perché è un controllo reciproco dei Paesi tra pari che si scambiano esperienze, non è solo un elemento di disciplina ma anche di apprendimento” e con il dibattito avviato all’Ecofin nel merito del sostegno per gli investimenti pubblici e privati si sta dando sostanza alle prioritò che l’Italia ha messo sul tavolo dell’agenda, con l’Europa che in vista della presidenza italiana:” si sta avviando verso una strategia basata su crescita e occupazione che era esattamente l’obiettivo della presidenza italiana”. Le rassicurazioni sembrano provenire anche dal rigorista Jyrki Katainen che interviene sul tema: “Non abbiamo ancora preso in esame la situazione italiana, vogliamo collaborare molto strettamente”
Anche le precisazioni del numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, non sembrano destare preooccupazioni; non vi sarebbero all’orizzonte per Italia o altri paesi europei impegni scritti aggiuntivi da sommare a quelli già previsti:”Tutti abbiamo impegni scritti che si chiamano Patto di Stabilità e nessun nuovo impegno scritto è stato chiesto all’Italia”.
Per quanto riguarda gli investimenti, Dijsselbloem è apparso propositivo, individuando la premessa per lo sviluppo di investimenti pubblici e privati. “Dobbiamo trovare il modo per generare più investimenti privati, tutti i Paesi che hanno margine di manovra nel bilancio dovrebbero considerare qual è l’investimento migliore nel loro Paese: può essere infrastrutture, ricerca e sviluppo, istruzione”
Riccardo Bravin