Ormai le elezioni europee sono una brutta bestia: lo sbarramento al 4%, in vigore dal 2009, rende la competizione per il Parlamento di Bruxelles quanto mai diversa rispetto agli anni passati. Nessuna speranza insomma di vedere il Partito Pensionati di Carlo Fatuzzo accanto alla centenaria Spd tedesca o i temibili Tories britannici (da qui la necessità, giusto per fare un esempio, di formare liste come quella de “l’Autonomia”). Insomma, in politica occorre essere idealisti. E tocca digerire il fatto che sono finiti i tempi in cui con l’0.8% si poteva finire tra Le Pen e Mario Soares. Quindi addio Partito della Bellezza di La Malfa e Sgarbi, addio Patto Segni – Scognamiglio. Tutto finito. Come lacrime nella pioggia.
Risulta dunque essere ben più interessante capire quali saranno le formazioni politiche in grado di superare il fatidico sbarramento elettorale. Nel 2009 si fece un gioco analogo individuando nel numero di 6 le forze politiche in grado di superare il 4%. Nell’ordine si trattava del PdL, del Pd, della Lega Nord, dell’Italia dei Valori, dell’Udc e della Svp. Anche quest’anno presumibilmente saranno sei le forze politiche italiane che rappresenteranno i nostri interessi e le nostre istanze presso la casa di tutti gli europei.
Secondo tutte le medie sondaggi sarà il Pd il primo partito. E probabilmente con oltre il 30% dei consensi. Bisognerà vedere se in queste europee Matteo Renzi riuscirà a superare il record storico di Veltroni alle elezioni politiche del 2008. In ogni caso il primo posto dei democratici è dato per scontato ed è conseguente ai provvedimenti e al forte dinamismo del governo Renzi.
Al secondo posto, secondo i miei “two cents”, il MoVimento 5 Stelle. Per due motivi: in primo luogo il voto europeo è ultraproporzionale e per certi versi consente scelte un tantino più “irresponsabili”. In secondo luogo Forza Italia, terzo partito della nostra classica, è in difficoltà ma soprattutto incapace di dar vita alla sua consueta capacità espansiva in grado di portarla a rimonte clamorose. E tutto questo per i noti problemi giudiziari di Silvio Berlusconi.
Al quarto posto inserisco la coalizione dal simbolo di gran lunga più brutto della politica italiana: quella tra Nuovo Centro Destra, Udc e Popolari per l’Italia. Un raggruppamento piccolo ma unito in nome del popolarismo europeo che potrebbe ottenere più voti della stessa Lega Nord ideologica ed euroscettica di Matteo Salvini (anche per l’alleanza stretta coi Die Freiheitlichen). Infine la Svp al sesto posto, in grado di eleggere il proprio consueto rappresentante.
Sotto lo sbarramento del 4% l’Altri Europa con Tsipras, Fratelli d’Italia (a cui però va dato atto di aver più che raddoppiato i propri consensi rispetto all’1.7% delle politiche 2013) e Scelta Europea sotto al 3%.