“Nessuno pensi di voler addebitare all’Anac ritardi le cui cause sono sotto gli occhi di tutti”. Lo afferma a Repubblica il commissario anticorruzione Raffaele Cantone: “Noi non entriamo nel merito dell’opportunità di fare le opere. Non so se l’Albero della vita si farà e come, ma nessuno può o deve dire che se non è ancora partito la colpa è dell’Anac. A oggi – spiega – non abbiamo neanche mai visto una proposta di bando, e su questa vicenda abbiamo fatto riunioni anche in pieno agosto. Il gioco del cerino è molto in voga in Italia ed è pericoloso, ma stiamo rispettando tempi strettissimi per i controlli che comunque non potranno mai essere subordinati all’esigenza di fare in fretta”.
Ora, continua Cantone, “si è strutturato un meccanismo di gestione degli appalti più forte, la macchina si è messa a regime e c’è attenzione agli aspetti formali e sostanziali. Il 3 ottobre firmeremo una convenzione con l’Ocse, che metterà una sorta di bollino blu sui nostri controlli anticorruzione e ci darà altre indicazioni. È la prima volta che accade e per me è la soddisfazione più grande”. C’è comunque per Cantone “il rischio che si arrivi ad affidamenti diretti, e abbiamo espresso notevoli perplessità su alcune commesse rilevanti”. Cantone fa quindi sapere di avere “ottimi rapporti con la Procura. Condivido – osserva quindi sulle primarie in Emilia Romagna – l’idea che la politica non dipenda dalle scelte dei pm ma la politica deve saper scegliere candidati specchiati”.
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