Financial Times e Standard&Poor’s: “Italia anello debole dell’Eurozona”
È proprio il caso di riportare un vecchio adagio: ‘cornuti e mazziati’. A poche ore dal dato negativo del Pil italiano – -0,4% nel 2014 – pubblicato dall’OCSE, il quotidiano britannico e l’agenzia di rating Standar&Poor’s smontano il Belpaese e l’azione dell’esecutivo Renzi: “L’Italia è alla base delle difficoltà dell’Eurozona”, hanno detto gli analisti dell’istituto statunitense, che non hanno risparmiato critiche al paese guida del semestre di turno europeo. Ancora meno tenera la redazione del Ft, che ha parlato di “deflazione” dell’economia italiana e ha quindi lodato gli sforzi della Spagna di Mariano Rajoy, in ascesa dopo gli ultimi anni in rosso (+1,3%).
RENZI: “DOMANI MI DEDICHERÒ AL DOSSIER ECONOMICO” – La comparsa della deflazione in Italia – si legge nella gazzetta economica della City – suggerisce una preoccupante diffusione dalla Spagna, un’altra economia perimetrale dell’Eurozona, che ha rialzato la testa quest’anno”. “E – prosegue il pezzo – gli economisti sostengono che la caduta dell’inflazione in Italia quest’anno può essere attribuita ad un ampio range di fattori, a partire dalla crescita molto più debole di quanto previsto”.
La colpa sarebbe da additare alla “bassa inflazione, che ha certamente i suoi vantaggi – fa sapere il Ft -, ma, al momento, si traduce per le piccole aziende in bassi utili e costituisce un handicap per la creazione di posti di lavoro”. Il premier Renzi, in visita a Palermo per l’inaugurazione dell’anno scolastico, ha rassicurato: “Su queste tematiche, se siete d’accordo, – ha detto ai cronisti – io domani farò un lungo intervento in Parlamento ed entrerò nel merito delle proposte e delle idee. Evito di parlarne qui adesso”.
STANDARD&POOR’S: “PERFORMANCE ITALIA LA PEGGIORE IN OCCIDENTE” – L’intamerata contro l’Italia non termina qui, perché nel pomeriggio un comunicato dell’agenzia di rating S&P ha fatto il punto sulla crisi economica mondiale: “Tre fattori sono alla base di questi segnali di debolezza – hanno fatto sapere dal quartier generale negli USA –: la crescita degli scambi mondiali è stata abbastanza modesta finora quest’anno; la spesa delle aziende ha mostrato piccoli segnali di ripresa; mentre le sofferenze dell’Italia sono diventate più pronunciate”. Inoltre, per gli analisti di S&P, Germania e Francia stanno facendo i conti con la ripresa, mentre l’Italia si trova ancora nel baratro della recessione, dimenticando che il governo di Parigi deve affrontare il problema debito pubblico, ormai accresciuto notevolmente nel corso degli ultimi anni.