Trionfo del Team Usa ai Mondiali di basket in Spagna
Adesso sembra una vittoria scontata. Dopo aver rifilato a tutti uno scarto medio di oltre 33 punti a partita e aver lasciato dubbi sull’esito della finale per sì e no 15 minuti, la vittoria di Team USA sembra la più prevedibile della storia, ma non più tardi di dieci giorni fa anche da queste parti c’era chi dava ai padroni di casa della Spagna un minimo di favore del pronostico. E invece le furie rosse nemmeno ci sono arrivate, in finale, sciogliendosi come burro nella padella alla prima difficoltà contro una Francia che ha ottenuto quasi il massimo, finendo poi terza davanti alla Lituania. Gli americani invece non hanno mai fallito una volta, e quando hanno sofferto un po’ contro i turchi hanno finito vincendo di venti. Risultato giusto, sacrosanto e insindacabile, considerando anche come la formazione portata in Europa da coach K non annoverasse tra le sue fila almeno cinque o sei dei migliori giocatori del pianeta a stare larghi. Per citare solo alcuni nomi, Kobe Bryant, LeBron James, Kevin Durant, Carmelo Anthony e Chris Paul.
Un quintetto che potrebbe battere anche il team di mostri di Space Jam a mani basse. Tanti eccellenti giocatori, quattro lunghi veri ma anche atletici e veloci, tiratori mortiferi per allargare un campo che troppo poco spesso le avversarie hanno cercato di chiudere mescolando le carte difensive. Difesa asfissiante, atletismo immenso e contropiede ad ogni minima occasione. A questa ricetta nessuno ha saputo trovare un antidoto. Se poi a tutto questo si aggiunge un inizio da 11/15 da tre, anche i serbi, autori di una seconda parte di mondiale spettacolare, nulla hanno potuto. Resta la grande domanda su come avrebbero potuto giocarsela gli iberici con un quintetto da nba, ma soprattutto ci chiediamo che figura avremmo potuto fare noi in mezzo a queste rappresentative. Già i prossimi europei a cui ci siamo brillantemente qualificati ci daranno un’idea, sperando di aver recuperato per allora le tre stelle Bargnani, Belinelli e Gallinari. Questa rassegna ha dimostrato che in tanti possono competere per un posto di prestigio sul podio, ma anche che lo stagno tra noi e il nuovo continente, resta inesorabilmente ancora piuttosto largo.
FINALE
USA-SERBIA 129-92