Cresce il part time, ma non compensa il calo dei rapporti di lavoro full time. E così, nel primo trimestre 2014, sono a rischio ben 230 mila posti di lavoro. E’ questo il drammatico risultato di un’analisi effettuata dalla Cisl, che traccia un profilo persino peggiore rispetto ad un anno fa.
Nel primo trimestre 2013 i lavoratori a rischio erano infatti “solo” 200 mila, oltre 20 mila in meno rispetto alle previsioni 2014. Trattasi di lavoratori in cassa integrazione straordinaria in deroga, mentre – sempre secondo l’Osservatorio Cisl – il totale dei lavoratori in cassa sarebbe addirittura pari a mezzo milione, con ben 100 milioni di ore di cassa integrazione a marzo (+2.4 rispetto a febbraio e +2.1 rispetto a marzo 2013).
Con una ripresa che continua a latitare – nonostante la fiducia ed i buoni auspici di BCE e FMI – le assunzioni non risalgono. E la cassa integrazione aumenta: gli interventi sul tema sono in aumento del 14.9% per quella straordinaria e del 12.6% per quella in deroga, in rapporto a marzo 2013. In calo la cassa integrazione ordinaria (-20%), ma ciò non è esattamente di buon auspicio: per la Cisl la diminuzione della cassa ordinaria, insieme all’aumento di quella straordinaria, comporta un cambiamento della composizione interna della cassa tipico delle crisi di lunga durata.
Bilancio in chiaroscuro anche per quanto riguarda l’analisi per settori. Se il ritmo di perdita occupazionale del settore industriale ha subito un rallentamento, il terziario subisce significative riduzioni. Inquietante anche l’analisi per tipologie di contratti: continua la riduzione dei dipendenti a termine (-6,6% in un anno), idem quella dei collaboratori (-13,3%).
L’aumento del part-time è da considerarsi, per la Cisl, come una strategia difensiva per evitare licenziamenti. Perciò l’organizzazione sindacale, pur apprezzando l’impegno del governo, sottolinea la necessità di misure “per bloccare il processo di deindustrializzazione e di contrazione degli investimenti con politiche di sostegno ai settori industriali emergenti ed ai programmi di ricerca ed innovazione risolvendo definitivamente alcune criticità di contesto come il costo dell’energia, le dotazioni infrastrutturali, il costo del denaro alle famiglie ed alle imprese”.
Massimo Borrelli