Poletti: reintrodurre i cinquantenni nel mondo del lavoro

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Combattere la disoccupazione giovanile è importante. Ma la reintroduzione nel mondo del lavoro di cinquantenni è, altresì, funzionale al disegno onnicomprensivo che Renzi e Poletti hanno dell’occupazione in Italia. Ecco perché il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale sta lavorando “a un contratto di reinserimento che garantisca alle imprese un vantaggio economico significativo – per chi assume – persone avanti con l’età che hanno perso il lavoro”.

Un ritorno nel mondo lavorativo, praticamente. Già la crisi ha fatto perdere a tanti, troppi, il lavoro. Giovani ed adulti. Poi sappiamo le problematicità che l’ultima grande modifica del diritto del lavoro, quella Fornero, ha provocato: gli esodati. Riguardo loro, l’obiettivo dell’esecutivo è quello di “uno scivolo che consenta di collegare la loro condizione al pensionamento”. Sull’argomento conclude, affermando come “questa è un’operazione che ha dei costi e che va costruita tecnicamente bene per evitare di riprodurre i problemi, e trovare un bilanciamento che ci consenta di farla in maniera efficace. Bisogna – quindi – fare una regola generale che dice: ‘tutti quelli che arrivano a queste condizioni possono avere questo tipo di trattamento’ ”.

Perché reintrodurre i cinquantenni? “Minori oneri, minore trattamento fiscale e sul piano contributivo”, risponde Poletti dal festival del volontariato presso Lucca. La competitività è l’obiettivo. Poletti, ai margini dell’iniziativa, parla dell’abbattimento dei costi di inserimento del contratto. Ecco perché si cercherà di puntare sul tempo indeterminato: “vogliamo modificare il contratto di inserimento, per avere contratti fra loro competitivi: un contratto a tempo indeterminato, con un avviamento che costi meno rispetto a un contratto a tempo determinato, abbassandone i costi”.

Daniele Errera