L’Ucraina sembra a un punto di svolta dopo mesi di combattimenti nelle regioni sud-orientali. Ieri la Rada Suprema ha ratificato l’accordo di associazione con l’Unione Europea, ancora prima aveva approvato un disegno di legge, voluto fortemente dal Presidente Poroschenko, che ha concesso una larga autonomia ad alcuni distretti delle regioni di Donetsk e Luhansk. Tuttavia secondo quanto riferito da Andrei Purgin, storico leader separatista, alla BBC: “la concessione dello statuto speciale ad alcune parti dell’Est, non modifica la richiesta di Indipendenza”.
Il parlamento di Kiev dimostrandosi favorevole allo statuto speciale e all’amnistia nei confronti dei combattenti filorussi è come se “ci avesse invitato al tavolo dei negoziati” – ha aggiunto il vice-primo ministro della Repubblica di Donetsk – nello stesso tempo però i separatisti non vogliono rinunciare al proprio desiderio di “mondo russo”. D’altronde l’Ucraina è “il paese più marcio, povero e corrotto d’Europa, è la cloaca d’Europa”.
Tornando ai meriti della legge, Purgin, si è detto molto soddisfatto del fatto che “non siamo più considerati come terroristi” oltre al fatto che “abbiamo il diritto di avere rapporti economici con l’estero”. Inoltre adesso “il Parlamento Ucraino voterà le leggi per l’Ucraina” e noi “avremo il nostro Consiglio Superiore per fare le nostre leggi”. Tuttavia i separatisti non riescono a considerare l’ipotesi di rimanere all’interno del paese che ha praticato un “etnocidio russo” e che ha causato “migliaia di morti che lottavano per i diritti della cittadinanza russa, per il diritto di rimanere nel mondo russo, per il diritto di essere russi”.
La tregua finora ha retto, ma la pacificazione del paese è lontana dal concretizzarsi. Alcuni parlamentari ucraini parlano del cessate-il-fuoco e dell’amnistia in termini di “capitolazione” del governo di Kiev. Buona parte della stampa ucraina filo-Maidan, pur soddisfatta per “aver varcato la soglia comunitaria”, rileva che l’amnistia per i separatisti e la concessione dell’autonomia ad alcuni distretti dell’Est è “una grande vittoria di Putin che ha ottenuto la legittimazione dei suoi terroristi”.