Giustizia, il governo incassa la fiducia su responsabilità civile dei magistrati
A dieci giorni dalla bocciatura alla Camera, l’Aula di Palazzo Madama ha deciso di porre la fiducia sull‘emendamento della responsabilità civile dei magistrati, contenuto nella legge comunitaria 2013-bis. Il provvedimento è passato in seguito alla bocciatura della proposta avanzata dalla Lega Nord con 159 no, 70 si e 51 astenuti. A giugno, il Carroccio era riuscito a far approvare a Montecitorio l’articolo senza il favore dell’esecutivo. Stefano Candiani, autore dell’emendamento, si è scagliato contro il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: “Era dal 1986, governo Fanfani, che non si ricorreva alla fiducia su un singolo emendamento – ha detto l’esponente leghista. Occorre affrontare con serenità questo tema perché non si può sempre attendere, rinviando a un futuro provvedimento che definisca la responsabilità civile dei magistrati”. D’altra parte, il ministro della Giustizia Orlando sta lavorando al dossier giustizia e non si esclude un riavvicinamento alle richieste dei militanti verdi nelle prossime settimane.
L’EMENDAMENTO CANDIANI E LA PROPOSTA ORLANDO – Il testo licenziato dalla Camera, nel giugno scorso, recitava: “Chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni, ovvero per diniego di giustizia, può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale”.
Differente invece la proposta pubblicata sul sito del Ministero della Giustizia (aggiornata al 6 agosto), che parla di “azione di rivalsa nei confronti del magistrato, esercitabile quando la violazione risulti essere stata determinata da negligenza inescusabile”. La nascente riforma Orlando apporrà, quindi, modifiche sostanziali alla legge Vassalli del 1988, che regolamenta la materia. Tuttavia, pare essere ancora in contrasto con quanto sostenuto da Lega, Forza Italia e Nuovo centrodestra.
RESPONSABILITÀ CIVILE IN EUROPA – Come ha scritto Termometro esattamente un anno fa, la Commissione Barroso ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia, “colpevole di non aver fatto seguito alla sentenza della Corte di giustizia europea del novembre 2011, in cui s’invitava il legislatore a rimediare al vulnus giuridico concernente la responsabilità civile dei magistrati”. Ma, scorrendo gli ordinamenti dei maggiori Stati membri dell’Unione, l’impianto della riforma Vassalli è rintracciabile (con qualche differenza) negli ordinamenti di Germania, Francia e Paesi Bassi. Diverso il discorso per Gran Bretagna e Spagna: nel regno di Elisabetta II esiste “l’immunità giudiziaria” per i magistrati, mentre il codice del governo iberico prevede che togati e Stato possano essere chiamati “a risarcire in solido il danno soltanto dopo che un tribunale a ciò destinato abbia preliminarmente stabilito che ricorra l’ipotesi di dolo o colpa grave”.