L’arresto di uno dei suoi più grandi amici è stato un duro colpo. Un altro. Ecco allora spiegato l’intervento di Silvio Berlusconi nella vicenda che ha visto l’arresto in Libano di Marcello Dell’Utri, condannato in Italia per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la versione dell’ex premier, Dell’Utri non ha mai avuto alcuna intenzione di fuggire dalla giustizia italiana ma sarebbe in Libano proprio per volontà di Berlusconi.
“L’ho mandato in Libano per una missione politica”, ha confidato ad alcuni deputati di Forza Italia già la settimana scorsa. In pratica – ha spiegato l’ex Cavaliere – Putin gli avrebbe chiesto di sostenere la campagna per la rielezione di Amin Gemayel, presidente libanese. Altro dettaglio: l’amicizia tra il leader di Forza Italia e il presidente russo è ancora saldissima. E la “missione in Libano” di Dell’Utri avviene dunque in questo contesto.
Mission puramente politica, dunque. Berlusconi lascia intendere ai suoi interlocutori di avere avuto garanzie da “Marcello” di un suo rientro a breve in Italia, comunque “prima della sentenza” prevista per martedì 15 aprile. Ma quella conversazione tra le quattro mura di Arcore dimostra che il rapporto tra i due non si è certo deteriorato con la mancata candidatura di Dell’Utri alle politiche 2013.