Sondaggio Ixè per Agorà: PD perde oltre un punto, recupera il centrodestra
La trasmissione televisiva di Rai 3 Agorà ha mostrato i dati del sondaggio settimanale curato dall’istituto Ixè nel suo report “Osservatorio Politico Nazionale” e realizzato il 17 settembre 2014. In questa sezione analizziamo le principali variazioni nelle intenzioni di voto dell’elettorato italiano e la fiducia nel governo e nei principali leader politici.
Innanzitutto il PD perde oltre un punto e scende a quota 40,4% dal 41,5% che aveva la scorsa settimana. Migliora invece la situazione di SEL, che le permette di ritornare al 2,4% (+0,2). Incremento analogo per Scelta Civica, data allo 0,9%. Sommati assieme, i partiti di centrosinistra totalizzano il 43,7% dei suffragi, in calo di 0,7 punti rispetto alla rilevazione precedente.
Il centrodestra torna a respirare, e nel complesso passa dal 30,7% al 31,4%, comunque distaccato di dieci punti dal solo PD. Scendendo nel dettaglio, Forza Italia si consolida sul 15,8% dei voti (+0,3), la Lega Nord si spinge al 7,9% (anch’essa +0,3), Fratelli D’Italia al 3,1% (+0,2), l’UDC al 2% (+0,1). Lieve flessione invece per il partito di Alfano, con il Nuovo Centrodestra stimato al 2,1% (-0,2). Altre sigle minori di un’ipotetica coalizione potrebbero, nell’insieme, raccogliere lo 0,5% dei consensi, invariati dalla settimana precedente.
Se il sondaggio odierno Swg evidenziava un calo marcato per il Movimento 5 Stelle, secondo Ixè si ha, al contrario, un aumento del M5S pari a 0,4 punti, che oggi avrebbe il 20,5% dei consensi. Ciò probabilmente non è da attribuire tanto alla distanza di un giorno delle due rilevazioni, quanto a scelte – ci si augura non arbitrarie o per convenienza partitica – degli istituti di sondaggi, che in alcuni casi, come in questo, mostrano significative discrepanze tra loro.
Tra i partiti minori non coalizzati, stabili Azione Civile allo 0,2%, Radicali allo 0,4% e Verdi all’1%; Rifondazione Comunista cresce all’1,1% (+0,1) mentre l’IDV cala allo 0,3% (-0,1). Indicano un altro partito l’1,4% dell’elettorato, in diminuzione di quattro decimali.
Sembrerebbero calare anche gli indecisi e i non rispondenti, pari al 16,7% degli intervistati, e soprattutto gli astenuti o coloro che voterebbero scheda bianca o nulla (17,7%). Complessivamente questi due elettorati pesano per il 34,4% degli intervistati, più di un avente diritto su tre, in calo però dello 0,8 rispetto alla settimana scorsa.
Osservando l’andamento della fiducia nell’esecutivo, si ha una lieve contrazione e a oggi si attesta sul 48%. Risulta sempre interessante cogliere le sfumature interne per comprendere quanto sia convinto tale affidamento. Notiamo che, in particolare, si riducono di un punto sia coloro che hanno “molta fiducia” nel governo (6%), sia coloro che ne hanno “nessuna” (13%), mentre chi ne ha “poca” costituisce ora il 39% degli intervistati, a fronte di un 42% che ve ne ripone “abbastanza”.