Diminuisce il consumo di alcool, ma aumenta quello fuori pasto, gli ultimi dati
L’Italia è sempre stata ben lontana dalle media dei Paesi anglosassoni o scandinavi, per non dire di quelli dell’Est Europa, per quanto riguarda l’alcolismo e i problemi connessi al consumo di alcool. In parte le cose stanno cambiando.
Se è vero che tra il 2003 e il 2013 il consumo totale di alcol è passato dall’interessare il 68,7% dei maggiorenni al 63,9%, in realtà qualcosa è cambiato qualitativamente. Vi è stato un piccolo aumento del consumo fuori pasto e soprattutto di quello occasionale, con un crollo di quello legato al pasto.
Esaminiamo i segmenti noti per il consumo maggiore di alcol, ovvero gli uomini nei due segmenti 18-24 anni e 25-44 anni:
Come vediamo il consumo totale minore vede però un aumento del consumo occasionale di circa il 9% ra il 25 e i 44 anni, segmento in cui crolla anche maggiormente il consumo al pasto, e del 3% tra i più giovani.
Rimanendo sui giovani, e includendo le donne vediamo che il consumo fuori pasto, se come media nazionale aumenta dell’1%, in realtà si incerementa di ben l’8% tra le donne tra i 18 e i 24 anni. E’ un dato molto significativo:
Più modesto, ma comunque superiore alla media l’aumento in questa statistica tra i 25-44enni:
Questi invece i dati totali, in cui si possono apprezzare i trend decennali:
E di seguito quello femminile, in cui si nota come nel complesso le donne consumino meno alcol, probabilmente anche rispetto ad altri Paesi europei:
I dati ISTAT, tuttavia, ci offrono spaccati su altre statistiche, come il consumo per fasce di età:
E’ interessante vedere come il declino del consumo cominci solo dopo i 74 anni e come il gap tra uomini e donne rimanga ampio, già in giovane età. Preoccupante la quota sepur piccola di consumatori sotto i 16 anni, e dobbiamo immaginare anche che quello a 16 e 17 anni siano in realtà superiori di quanto le statistiche ufficiali ci dicano.
Venendo alla geografia vi è una curiosa omogeneità nel consumo in base alla grandezza del comune, come vediamo di seguito:
Tuttavia dobbiamo immaginare che il tipo di consumo differisca tra la grande città e il piccolo comune, anche per la differenza demografica sicuramente esistente.
Infine le differenze regionali. Poche sorprese, il Triveneto e le aree alpine, e soprattutto queste ultime, si confermano come quelle in cui vi è più piacere nell’alzare il gomito, con buoni posizionamenti anche di Toscana ed Emilia Romagna. Curiosamente basse in classifica Lombardia e Piemonte, mentre si confermano poco dedite al consumo di alcolici alcune regioni meridionali come Sicilia e Campania, qui dobbiamo immaginare soprattutto per la poca propensione femminile all’alcol e la persistenza di modelli di vita più tradizionali e conservatori.