Accompagnato da Francesca Pacale, Silvio Berlusconi arriva in tarda mattinata alla scuola di formazione politica a Sirmione (Brescia), organizzata da Mariastella Gelmini. “Io sono qua ad ascoltare obbediente quello che mi dite e a replicare se serve questo” esordisce l’ex premier. “Io sono disciplinatamente all’ascolto”. Ma il leader di Forza Italia non ha solo ascoltato. Ha parlato, come sempre, toccando diversi temi. Primo fra tutti il tanto contestato patto del Nazareno. “Come possiamo noi persone responsabili e coerenti con il nostro passato dire di no a riforme costituzionali che volevamo fare noi?” domanda l’ex premier rivolgendosi forse, a chi, nel partito, contesta la scelta di appoggiare le riforme del governo. Riforme che però non hanno “soddisfatto” appieno Berlusconi che però si mostra ottimista parlando di giustizia: “Spero di cuore che almeno sani tutti i vizi e renda ogni cittadino certo dei propri diritti e delle propria libertà”. Altra speranza che cova l’ex premier riguarda la piena agibilità politica per ora preclusagli a causa della sentenza Mediaset. La corte di giustizia europea “presto annullerà” la sentenza Mediaset, afferma l’ex premier, “io, oggi – aggiunge – non sono completamente libero“. “Me ne hanno fatte così tante che se non fossi quello che ho dimostrato di essere sarei stato distrutto dieci volte. Mi hanno colpito nella serenità, nel mio tempo, nel mio patrimonio e anche nella vita”.
Berlusconi infine ha parlato anche del partito e del centrodestra da ricostruire. “Dopo 20 anni Forza Italia subisce la patologia di tutti, ha bisogno di rinnovare, di forze nuove e di tornare allo spirito del ’94”. Un rinnovamento che passa da uno svecchiamento della classe dirigente, ma sempre con lui al comando. “C’è una bandiera che si chiama Matteo Renzi e una mezza bandiera che si chiama Berlusconi: vediamo di utilizzare ancora questa bandiera, sarebbe bello avere un esercito azzurro con una bandiera, un vecchietto e tanti giovani”. Parole queste che non faranno certo piacere a Fitto che da mesi rivendica primarie di partito per la selezione della classe dirigente e, magari, anche di un nuovo leader.