Le borse continuano a spingere al rialzo facendo segnare nuovi massimi assoluti per Wall Street e relativi per quelle europee. Banche centrali protagoniste nella settimana che si è appena conclusa: mentre la Federal Reserve ha più o meno rispettato le attese degli osservatori, quanto accaduto a Francoforte, sede della Banca Centrale Europea, ha un po’ deluso.
Per quanto riguarda il lato occidentale dell’Atlantico, la Fed ha mostrato nuove pressioni per un rialzo dei tassi di interesse all’inizio del 2015, pur ribadendo la promessa di mantenerli bassi per un periodo di tempo considerevole. I mercati, tuttavia, continuano a scontare tassi più bassi, ritenendo che le decisioni, essendo guidate dal flusso dei dati economici, saranno alla fine meno da falco e più da colomba: l’economia statunitense sta accelerando, ma l’ottimismo potrebbe ancora essere di troppo, e i banchieri centrali potrebbero decidere di non togliere la stampella. Oltre alla crescita del PIL, infatti, bisognerà continuare a tenere d’occhio il mercato del lavoro.
In Europa le aste del TLTRO (ovvero denaro dato in prestito dalla BCE con l’obiettivo di riversarlo nell’economia reale) hanno deluso: solo 83 miliardi di dollari sono stati richiesti dalle banche contro attese di 150 miliardi e, con un’altra asta prevista per dicembre, il tetto di 400 miliardi fissato da Draghi e soci ben difficilmente verrà superato.
Il Vecchio Continente resta quindi in una situazione in cui il cavallo non vuole bere, nonostante l’acqua ci sia: le banche non ritengono che sia il momento di prestare denaro a manica larga, sia perché la propria situazione patrimoniale non è granitica (considerando che sono pure sotto esame della BCE) sia perché l’economia è tutt’altro che galoppante.
Si attendono quindi le contromosse di Draghi, attese per il prossimo 2 ottobre, quando i banchieri europei chiariranno in che modo acquisteranno ABS, ovvero pezzi delle attività nei portafogli degli istituti finanziari, alleggerendoli e, si spera, spingendo le banche a prestare denaro fresco all’economia.
L’agenda macroeconomica prevede i nuovi ordini all’industria italiana, per la quale si spera, finalmente, in un rimbalzo. Negli USA si dovrebbe registrare un lieve miglioramento nelle vendite di case esistenti. Martedì giornata di indici dei direttori degli acquisti (PMI), che dovrebbero confermare letture moderatamente espansive con esclusione della solita Francia (che tra l‘altro dovrebbe confermare una crescita zero nell’ultimo trimestre).
Mercoledì l’indice IFO che misura il sentiment delle aziende tedesche dovrebbe risultare in lieve peggioramento; negli USA dovrebbero migliorare anche le vendite di nuove case.
Giovedì le vendite al dettaglio italiane dovrebbero registrare qualche decimale di crescita su base mensile dopo lo 0 per cento precedente, anche se proseguirà la contrazione tendenziale. I beni durevole USA dovrebbero trovare il rimbalzo questo mese. Sussidi di disoccupazione attesi sempre poco sotto le 300 mila unità.
Venerdì occhi puntati soprattutto sul PIL statunitense, che è atteso in crescita su base trimestrale del 4,6 per cento, superiore al precedente +4,2 per cento.