“#CoeRenzie: quando Renzie difendeva l’articolo 18“. Lo scrive Beppe Grillo in un tweet, coniando l’hashtag #CoeRenzie e rilanciando un post pubblicato sul suo blog e firmato da Tze Tze, uno dei portali della Casaleggio associati. “Renzie da paladino dell’articolo 18 – si legge sul blog – è diventato improvvisamente ultraberlusconiano, tanto da guadagnarsi il plauso nientepopodimeno che di Brunetta”. “Cosa è successo? – prosegue il post – Chi ha votato Pd nel 2013 sapeva che l’unica misura per il lavoro proposta dal loro partito sarebbe stata la rimodulazione dell’articolo 18? E i precari? E l’IRAP? E la tassazione al 44%? Perché togliere una garanzia al lavoratore che pesa sulle aziende senza dare alla persona un sostegno (presente in tutta Europa a parte Italia e Grecia) come il reddito di cittadinanza? Quando è avvenuta la giravolta di Renzie? Al buio del Nazareno?”.
“Ospite di Michele Santoro nell’aprile del 2012 – ricorda dunque il blog di Grillo con tanto di video in bella vista – incalzato sulla necessità di riformare lo Statuto dei lavoratori, Renzi disse: ‘In questo momento nel mio territorio ci sono almeno 3 crisi aziendali di aziende di 150 persone che hanno deciso dalla mattina alla sera di chiudere e di andarsene. L’articolo 18 per loro non è un problema e per quel lavoratore non è una sicurezza. Ho detto sull’articolo 18 e lo ripeto qui che non ho trovato un solo imprenditore, in tre anni che faccio il sindaco, che mi abbia detto: ‘Caro Renzi, io non lavoro a Firenze o in Italia, non porto i soldi, perché c’è l’articolo 18’. Nessuno me l’ha detto. Non c’è un imprenditore che ponga l’articolo 18 come un problema. Perché, mi dicono, c’è un problema di burocrazia, di tasse, di giustizia, non dell’articolo 18. E non ho mai trovato neanche un ragazzo, precario, che mi abbia detto: ‘sogno l’articolo 18’. Per quello che mi riguarda l’articolo 18 è un problema mediatico. È un problema che si è posto soltanto nel dibattito mediatico».