Primo appuntamento ufficiale della visita di Renzi negli Stati Uniti: il premier italiano ha partecipato ieri sera ad una cena ospitata dalla prestigiosa Stanford University, l’ateneo a sud di San Francisco. Alla cena, ospiti del rettore John Hennessy, hanno partecipato molte figure legate al mondo della politica estera e alle aziende digitali con sede nella Silicon Valley.
Tra gli invitati erano presenti gli ex segretari di Stato Condoleezza Rice e George Shultz e alcuni italiani che lavorano nelle grandi aziende del settore, come Luca Maestri di Apple e investitori come Doug Leone di Sequoia, compagnia di venture capital che si occupa di finanziamenti alle start up. La cena è stata inoltre l’occasione per Renzi di illustrare alcuni cambiamenti in corso nel nostro Paese, a partire proprio dalla riforme del lavoro al centro del dibattito politico di questi giorni la riforma della giustizia e l’impegno per digitalizzare pubblica amministrazione.
Doug Leone ha chiesto se le modifiche all’articolo saranno l’occasione per una maggiore flessibilità del settore del lavoro, un aspetto considerato molto rilevante dagli investitori americani. L’ex ambasciatore americano in Italia, Richard Spogli, si è concentrato invece sulla lentezza della giustizia civile, su cui aveva insistito molto anche quando era ambasciatore. Il tour continua oggi con l’incontro con gli italiani impegnati nel settore delle start up in California, poi il CEO di Twitter Dick Costolo, Marissa Mayer di Yahoo Mayer, una visita alla scuola italiana, e alle sedi di Google e della Nasa. Poi andrà a New York per l’assemblea dell’Onu.
“Faremo di tutto per cambiare l’Italia. Io cambio l’Italia, voi cambiate il mondo” ha detto il premier, che ha spiegato: l’impegno del governo è per un Paese “più semplice, con un mercato del lavoro diverso, con una classe politica che sia dimagrita e di cui non vergognarsi”. “Non bastano le riforme se non ci sono idee le riforme possono cambiare qualcosa, le idee possono cambiare tutto”, ha sottolineato Renzi. “Non cedo alla cultura dei cervelli in fuga e non farò il discorso di tornare in Italia, vi chiedo di andare avanti e faremo di tutto per cambiare l’Italia, renderla un Paese più semplice, con un mercato del lavoro diverso, con una classe politica dimagrita”, ha detto rivolgendosi ai ricercatori e ai 150 fondatori di start up di origine italiana.