Ricalcolando, il risultato non cambia. La fotografia dei nuovi conti Istat rimangono impietosi per il 2013: il Prodotto Interno Lordo dello scorso anno è calato dell’1,9%. Il nuovo sistema europeo dei conti nazionali, infatti, non ha cambiato di una virgola il Pil (in volume) calcolato col vecchio metodo. Qualche buona (sic!) notizia arriva, invece, dal rapporto deficit/Pil che con i nuovi criteri del Sec 2010 diminuisce a -2,8% rispetto al -3% calcolato con il Sec 95. L’avanzo primario subisce una revisione al ribasso dello 0,2% e anche il debito scende: da 132,6% a 127, 9%. Quasi cinque punti percentuali.
NUOVO METODO DI CALCOLO. “I flussi di interessi relativi a operazioni in strumenti finanziari derivati sono ora considerati operazioni di natura finanziaria e i relativi effetti non sono più contabilizzati negli interessi privati” ha spiegato l’Istituto Nazionale di Statistica. Poi, specifica: “Nela versione attuale questi ultimi sono, quindi, depurati dall’effetto connesso alle operazioni in derivati, con effetti variabili sui singoli anni”.
PIL NOMINALE E VARIAZIONE. Rispetto ai dati del marzo scorso, calcolati col vecchio sistema, il Pil nominale per il 2013 è stato rivisto: +3,8%. L’ammontare del Prodotto Interno Lordo infatti sale di 58,8 miliardi anche se il tasso di variazione rimane sempre lo stesso:-1,9%.
PRESSIONE FISCALE E DEBITO. Il Sec 2010 porta anche una revisione, seppur minima nella sostanza, della pressione fiscale che nel 2013 diminuisce di 0,5 punti percentuali: da 43,8% a 43,3%. Ma le notizie (se così si possono chiamare) più liete arrivano dal fronte “debito”. Con il nuovo sistema sembriamo essere tutti leggermente più leggeri: la differenza tra il vecchio e il nuovo sistema è di ben cinque punti percentuali.