La Francia, la Germania e l’equilibrio europeo che non c’è più
C’era una volta l’asse franco-tedesco. C’erano divergenze, diffidenze e incomprensioni, ma l’Europa a lungo si è retta sull’equilibrio tra Parigi e Berlino. Oggi quel meccanismo si è inceppato. Francia e Germania attraversano fasi molto diverse: politicamente ed economicamente. E l’Europa rischia di perdere un protagonista.
Ieri il primo ministro francese Manuel Valls ha incontrato la cancelliera Angela Merkel a Berlino. “Noi faremo le nostre riforme, ma abbiamo bisogno di più fiducia da parte della Germania” ha detto Valls, ricordando che anche i tedeschi dieci anni fa si trovavano in condizioni economiche complicate. “Dobbiamo rispettare quello che abbiamo concordato” ha replicato Merkel, lodando il piano di riforme francese ma aggiungendo pure che toccherà alla Commissione europea decidere sul rinvio degli impegni assunti sul deficit.
Il tema è sempre lo stesso: la flessibilità e i margini di manovra da ritagliarsi al suo interno. Ma nelle parole di Valls e Merkel si sente anche quella distanza che c’è tra Francia e Germania. I due grandi paesi leader del progetto europeo sono sempre più lontani.
In Francia il presidente François Hollande è ai minimi storici in fatto di popolarità: 13 per cento, pochissimo. Negli ultimi decenni nessuno all’Eliseo ha dovuto confrontarsi con numeri del genere. Ma è l’intero Partito Socialista a passarsela male. Manuel Valls è arrivato alla guida del governo tagliando fuori la fronda socialista. A Parigi anche i numeri dell’economia non sono buoni. La Francia è in stagnazione e gli obiettivi di contenimento del deficit fissati dall’Europa non potranno essere rispettati nei prossimi anni.
Photo by European People’s Party – CC BY 2.0
Angela Merkel governa la Germania dl 2005. I tedeschi l’hanno confermata pochi mesi fa. L’economia a Berlino ha perso qualche colpo nelle ultime settimane ma il segno più non è in discussione. Da quando è scoppiata la crisi economica, è Berlino ad aver assunto il ruolo di leadership in Europa, anche per l’assenza di un controcanto all’altezza. Oggi Angela Merkel è la figura politica più influente d’Europa.
La Francia è al fianco di quelle nazioni come l’Italia che chiedono nuove ricette economiche e vincoli meno serrati. La Germania invece difende i principi del rigore insieme a un nutrito gruppo di paesi dell’Europa centro-settentrionale. Si è visto quando s’è trattato di nominare i membri della nuova Commissione europea: il francese Pierre Moscovici alla fine ha ottenuto il portafoglio degli Affari economici, ma la supervisione dell’intero progetto economico europeo è andata a uno dei vicepresidenti della Commissione, il finlandese Jyrki Katainen, molto vicino alla Germania.
Per l’intero continente questo equilibrio perduto è una cattiva notizia. Il New York Times ha sottolineato come il progetto comunitario per anni sia avanzato e abbia prosperato proprio sul contrappeso tra Germania e Francia.
“Il problema è che la relazione tra i due è profondamente sbilanciata” ha spiegato al NY Times Dominique Moïsi, dell’Istituto Francese per le Relazioni Internazionali: “Francia e Germania non giocano sullo stesso campo oggi, e quell’equilibrio complessivo su cui si reggeva l’Europa non esiste più”.
La debolezza di Parigi e la forza di Berlino produce uno squilibrio che mina i passi futuri dell’Europa, mettendo in discussione la possibilità di una direzione comune e forte non solo in economia ma anche in politica estera, dove per il Vecchio Continente ci sono sfide a ogni angolo. Dall’Ucraina al Medio Oriente, dalla Libia al rapporto con gli Usa, l’Europa ha bisogno di tutte le energie per essere all’altezza.
Immagine in evidenza: photo by Sébastien Bertrand – CC BY 2.0