La Corte europea spiazza Berlusconi – “Nessuno dei ricorsi presentati da Silvio Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell’uomo è stato sinora oggetto di una decisione sull’ammissibilità”. La nota del Tribunale di Strasburgo contiene poche righe, ma tanto basta per smorzare i sogni di agibilità politica di Berlusconi. Il comunicato della CEDU smentisce di fatto quanto dichiarato da uno dei legali del leader forzista, Piero Longo, il quale venerdì scorso aveva annunciato che il Tribunale di Strasburgo avrebbe preso in esame almeno uno dei ricorsi presentati dagli avvocati di Berlusconi in merito alla sentenza definitiva del processo Mediaset, ovvero quello per la “violazione delle regole del giusto processo”, aggiungendo che la data dell’udienza per la discussione del ricorso non era stata ancora fissata.
Le altre due richieste dell’ex Presidente del Consiglio, riguardanti l’applicabilità della legge Severino e il Lodo Mondadori, erano state protocollate rispettivamente il 7 ottobre 2013 e il 10 aprile 2014. A riferirlo è sempre la Cancelleria della Corte europea, la quale, nel medesimo comunicato, non ha mancato di bacchettare gli organi di informazione italiani, colpevoli di aver diffuso le dichiarazioni ottimistiche di Longo sugli sviluppi del ricorso senza effettuare un’opportuna verifica: “A seguito della recente pubblicazione sulla stampa italiana di informazioni inerenti le richieste di Silvio Berlusconi, la Cancelleria della Corte comunica le precisazioni seguenti”.
La sentenza del processo Mediaset – Il primo agosto 2013 Silvio Berlusconi fu condannato a quattro anni di reclusione (di cui tre condonati dall’indulto) per frode fiscale. Dal maggio scorso il leader di Forza Italia sta scontando la pena in affidamento ai servizi sociali presso l’istituto “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone. Fino al marzo 2015 Berlusconi svolgerà per quattro ore settimanali un servizio di assistenza agli anziani ricoverati nella struttura.