Razzi: “Il governo nordcoreano ci ha pagato il viaggio” – Il viaggio della delegazione italiana in Corea del Nord? Tutto pagato dal regime di Pyongyang. Parola di Antonio Razzi, che da quelle parti ormai è di casa. Il senatore di Forza Italia, “intercettato” dalle telecamere nascoste della web tv di Libero (a cura di Franco Bechis, vicedirettore della testata), ha rivelato ulteriori particolari sull’ormai mitologica spedizione asiatica compiuta al fianco del segretario leghista Matteo Salvini, assieme a parlamentari di Pd, Sel e Movimento 5 stelle.
“Nessuno dei 24 della della delegazione ha cacciato una lira – ci tiene a precisare Razzi – e chi dice il contrario è un bugiardo”. Ma c’è di più. Inizialmente il governo coreano era intenzionato a coprire solo le spese degli otto parlamentari, ma la provvidenziale intercessione del senatore abruzzese presso Kim Jong-un, col quale Razzi sta proprio così (“Io il Capo lo conosco bene…”), ha spinto il regime ad estendere i benefici della propria ospitalità anche ai collaboratori dei delegati italiani. “Perché mica è giusto che loro paghino e io no”, sottolinea il magnanimo Razzi.
È tutto, quindi? Macché. La stima che il governo nordcoreano da tempo ormai tributa al senatore abruzzese è tale da sconfinare anche nei cieli cinesi, sovvertendo regole e protocolli dell’aviazione. “Hanno fermato un aereo a Pechino per me”, dichiara estasiato Razzi. “Lo hanno fatto aspettare quattro ore. Hanno detto: finché non arriva la delegazione di Razzi questo aereo non parte da Pechino. Se fosse successo qui – prosegue Razzi -, tutti avrebbero accusato la Casta”. E ci mancherebbe altro. Perché il rispetto è importante, e in Corea del Nord sanno bene cosa sia. Mica come in Italia.
Antonio Atte