“Siamo pronti per Enel, Eni e Finmeccanica i cui vertici scadono adesso. Renzi vuole fare anche le Poste, per dare il segnale di un governo che affronta subito i nodi. Puntiamo a promuovere le donne fino ad arrivare a una sostanziale parità di genere nelle nomine, per colmare un ritardo italiano che è di almeno 30 anni”. Così Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in un’intervista a Repubblica in cui assicura che il decreto con gli 80 euro in busta paga sarà varato in settimana e spiega come sarà finanziato. “Miriamo a una spending che sia vera, cioè via i soldi a comparti totalmente improduttivi, ma niente tagli lineari a settori strategici o che servono all’economia italiana” dice Delrio. “Fino ad oggi il pubblico pagava a 380 giorni e il fornitore in pratica metteva una sovrattassa sul prezzo per compensare il ritardo. Noi adesso garantiamo il pagamento in 60-70 giorni, ma le aziende fornitrici firmeranno un nuovo patto con lo Stato rinegoziando le tariffe. Su 60-70 miliardi di forniture complessive, ci sono spazi dell’1 o 2% di risparmi, ossia 1,4 miliardi”.
Il trasporto pubblico “è un settore non all’altezza di un grande Paese. Lo sforzo principale è che le aziende si aggreghino, trovino partner privati e rispettino costi standard”, prosegue Delrio. Quanto alla sanità, “la maggiore efficienza si tradurrà in 1,5 miliardi di tagli nel 2015. Sono tagli non al sistema sanitario ma realizzati con il recupero di funzionalità. Le Regioni che sono già efficienti non devono temere nulla. Le altre sì. Con loro useremo il bisturi”. In merito alla minoranza del Pd, che prepara la battaglia contro l’Italicum, “è giusto discutere, ma non ripetiamo gli stessi errori che abbiamo commesso ai tempi di Prodi e dell’Ulivo”, afferma Delrio. “Non è vero che il Pd può fare da solo. In questo modo il centrodestra ci consegnò il Porcellum. Il dialogo con l’opposizione è indispensabile”.