Siamo proprio sicuri che un cambio generazionale a stagione in corso possa far bene alla Ferrari? Riuscirà Sergio Marchionne a far risorgere la Scuderia di Maranello che quest’anno con Fernando Alonso e Kimi Raikkonen sta raccogliendo soltanto briciole? Queste sono soltanto alcune delle domande per le quali ogni tifoso del Cavallino Rampante sparso per il Mondo vorrebbe trovare delle risposte. Sensate s’intenda.
MAI UNA GIOIA – Fa male, molto male, vedere la Rossa arrancare per arrivare se non sul podio almeno in zona punti. I motivi? Ce ne sarebbero tanti, troppi, a partire da un regolamento che lascia spazio ad un sacco di interpretazioni e che può essere girato e rigirato tutte le volte che si vuole. Non ci si attacchi però, a regole davvero poco chiare e che negli anni hanno permesso ad altre scuderie, la Red Bull ad esempio, di presentarsi in pista con monoposto al limite della legalità: sarebbe tempo sprecato.
Colpa allora della Formula 1 che piace soltanto agli sceicchi arabi o ai petrolieri russi? Potrebbe: questo sport sta vivendo già da diversi anni un pericoloso declino tra scandali e gran premi noiosi trasformati in un’ostentata esibizione del lusso. Aggiungiamoci, poi, che noi italiani non possiamo seguire in tv tutti i gran premi in diretta. Se lo vogliamo, dobbiamo abbonarci ad una pay-tv.
NOBILE DECADUTA – Chi vi parla, è innamorato della Ferrari da una vita nonostante abbia avuto nel passato simpatie, e soltanto simpatie, verso altre scuderie. Ma stiamo parlando di epoche lontane, dove la Formula 1 era tutta un’altra cosa e in pista c’erano divinità come, giusto per ricordarne qualcuno, Ayrton Senna, Alain Prost e Michael Schumacher. Tre Piloti che hanno scritto la storia.
La Scuderia di Maranello è la Formula 1: non possiamo immaginare questo sport senza le Rosse in pista. La crisi che sta vivendo negli ultimi anni, nonostante sontuose campagne acquisti, merita una profonda riflessione. La pazienza del guerriero Alonso pare essersi già esaurita, così come le sue energie. Ogni gran premio è per lo spagnolo una sofferenza, fisica e mentale, a causa di una monoposto non progettata per vincere.Troppi proclami, troppe promesse irrealizzate: questa Scuderia Ferrari non ha bisogno di manager che investono il loro tempo nello studio dei nuovi mercati e nella realizzazione di parchi a tema in Oriente.
Certo, il bilancio è importante e nessuno si può lamentare visto l’eccellente lavoro finora svolto per far quadrare i conti. E nemmeno, chiariamoci, ce l’abbiamo con Luca Cordero di Montezemolo, una vita in Rosso e tanti successi, emozioni, lacrime. Dov’è finita, però, quell’attenzione verso i veri tifosi, quelli che seppur non abbiano una F12 Berlinetta o una 458 Italia in garage, hanno il cuore Rosso Ferrari?