“L’Europa non è a rischio deflazione” piuttosto, “il pericolo principale è la disoccupazione: dei giovani e in generale”. Mario Draghi, a radio Europe 1, parla da una parte ai mercati, dall’altra ai governi. E viceversa. Nonostante i dati recenti degli istituti di statistica europei, il Presidente della Banca Centrale Europea ha assicurato che “nell’intera Eurozona” non ci sono “rischi di deflazione ma di inflazione molto bassa per un lungo periodo”. Poi, conclude, “l’area Euro non è in recessione” ma la crescita è “modesta, debole e fragile”. Come risolvere? Con riforme, fiducia e investimenti. Tutto già sentito da tempo. Eppure poco si fa, almeno in Italia. E la situazione precipita.
Disoccupazione. Draghi vede il maggior pericolo nella disoccupazione dilagante in tutta Europa. Spagna e Italia, per citarne due, hanno un tasso altissimo di disoccupati: rispettivamente 25% e 13%. Per non parlare dei giovani. Questa situazione, secondo il banchiere di Francoforte, è causata da “un sentimento più ampio di mancanza di fiducia nel futuro”. E per creare occupazione servono “investimenti privati e pubblici”. Keynes ringrazia sentitamente.
Crisi monetaria. “Molti paesi sono arrivati alla crisi finanziaria non preparati” (Monsieur de la Palice) monita Draghi. Poi sulla situazione monetaria lancia segnali a tutti i governi europei (Germania in primis): “La nostra politica monetaria rimarrà accomodante per un lungo periodo di tempo” e, soprattutto, “l’euro è irreversibile e faremo tutto il necessario nell’ambito del nostro mandato, per preservarlo”. L’impegno: “fare il possibile per riportare l’inflazione intorno al 2%”. Che poi dovrebbe essere l’unico impegno della Bce.
Soluzioni. Da tempo, com’è noto, le elites economiche danno ordini ai governi (Monsieur de la Palice/2), e Draghi non si tira certo indietro: “possiamo garantire tutto il credito possibile, ma se in alcuni Paesi per un giovane imprenditore ci vogliono mesi prima di ottenere permessi e autorizzazioni per aprire un nuovo negozio trovandosi poi sovraccaricato dalla tassazione, non farà richiesta di credito”. Richiesta implicita: abbassare le tasse, sburocratizzare, rendere più veloce e certa la giustizia civile. Mancava solo che dicesse: “l’acqua è bagnata” e “tra i cannibali non esistono vegetariani”. E, a quel punto, avremmo capito come fare per uscire dalla crisi.
Giacomo Salvini