Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo sul Jobs Act e l’articolo 18 ha dichiarato: “Non possiamo fare pasticci all’italiana. Non ci si può fermare davanti a dei tabù. Noi abbiamo bisogno di dare fiducia e chiarezza perché ci siano investimenti”. “Queste sono le linee di fondo, vogliamo andare avanti nei tempi dati”. Rispetto alla direzione del Pd prevista per lunedì il ministro Poletti, a margine di un convegno in Confindustria, ha affermato: “Ci sarà una discussione franca e lineare sulla delega” sul lavoro “ed una discussione sullo sviluppo dell’Italia, che credo sia importante”.
Anche sui tempi di approvazione del Jobs Act Poletti è stato molto chiaro: “Vogliamo andare avanti nei tempi che ci siamo dati. Il Senato ha cominciato ieri la discussione e il provvedimento ha superato le pregiudiziali di costituzionalità. Mi pare ci siano le condizioni per affrontare questa discussione e farla nel modo giusto”, spiega. Quanto alla valanga di emendamenti presentati in aula il ministro non si scompone. “Molti sono figli della volontà di esprimere un’opposizione. Ce ne sono tanti dei 5 stelle.. Ma questo è dentro l’attività parlamentare. Cioè sono in qualche misura nella norma, se proprio non fisiologici perchè gli emendamenti dovrebbero essere tutti finalizzati al miglioramento sostanziale delle norme… ma siamo dentro ciò che capita spesso nella vita parlamentare”.
SPIRAGLI DA BERSANI E CUPERLO – “Se un segretario del partito vuole trovare una sintesi, come penso dovrebbe, non solo secondo me è possibile ma anche abbastanza agevole: basta volerlo”, ha detto Pierluigi Bersani a Montecitorio”. Sula stessa lunghezza d’onda Gianni Cuperlo, che ai microfoni di Rainews24 ha dichiarato: ” E’ possibile una soluzione di buon senso, per esempio allungare il periodo di prova dei nuovi contratti, lasciando però al termine del percorso anche la possibilità del reintegro”. E ha aggiunto: “Io credo che sia dovere del Pd discutere per trovare una posizione unitaria per fare della riforma del lavoro una riforma importante per il paese. Le priorità sono tante: penso allo sfoltimento della giungla dei contratti, alle risorse per estendere tutele e formazione. E poi dobbiamo discutere nel merito del salario minimo per chi non ha un contratto e dei nuovi ammortizzatori. Questi mi sembrano pilastri importanti del jobs act”.
JOBS ACT, POLVERINI “NON POSSO VOTARE ABOLIZIONE ART.18” – “Sull’art.18 la posizione di Forza Italia è coerente con la sua storia. È il dibattito nel PD che, invece, è un elemento di novità. Per quanto mi riguarda, per 27 anni sono stata sindacalista, mi sono battuta contro l’abolizione dell’articolo 18 perciò è evidente che non posso votare questa riforma”. Lo afferma Renata Polverini (Fi), vicepresidente della commissione Lavoro della Camera.
BRUNETTA “SE RENZI MANTERRÀ IMPEGNI VOTEREMO SÌ A JOBS ACT” – “Se Renzi manterrà i suoi impegni noi voteremo a favore. Se Renzi invece, sarà costretto dal suo stesso partito a fare marcia indietro, allora voteremo assolutamente contro”. Lo afferma il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta intervistato dal Gr1 Rai. Quanto all’editoriale di de Bortoli, critico con Renzi, Brunetta commenta: “Prendo atto che il direttore del maggior quotidiano italiano ha fatto delle critiche, che evidentemente pensa siano le critiche anche dei suoi lettori”. “Se il jobs act dovesse passare col Pd spaccato e con i voti di Forza Italia, allora la maggioranza non sarebbe più tale. Quando una maggioranza non è più tale, si apre la crisi”.
SPERANZA “REINTEGRO DEVE RESTARE, IPOTESI VOTI FI SURREALE” – “Noi tutti siamo convinti che la riforma del mercato del lavoro sia importante e che il Paese ne abbia bisogno, ma questo non è il terreno su cui consumare uno scontro politico tra Renzi e antirenziani o tra Pd e sindacato. Per me può e deve prevalere il merito”. Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, che definisce “surreale” l’ipotesi di dover accettare i voti di Forza Italia per far passare la riforma.
CHIAMPARINO “ACCORDO POSSIBILE, ASCOLTINO CUPERLO” – Un accordo nel Pd sul Jobs Act “mi sembra possibile. Io considero ragionevole la proposta di Cuperlo. Mi convince l’idea che si definiscano alcuni ambiti in cui il reintegro è obbligatorio”. Lo afferma il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino in un’intervista a Repubblica. “I diritti civili e le discriminazioni non sono sanabili con una multa. In quei casi il reintegro deve essere obbligatorio”, dice Chiamparino. “Negli altri casi è possibile applicare una multa, ma la sua entità non deve essere decisa da un magistrato, piuttosto da un arbitro scelto da imprese e sindacati»” La riforma deve prevedere “il contratto unico per tutti i dipendenti dell’industria. E la creazione di un sistema che dà più importanza ai contratti di gruppo” dichiara Chiamparino.