Sondaggio TP per Elisir: Ebola e il rapporto degli italiani con i vaccini
La diffusione di virus come ebola o la tubercolosi e l’approccio degli italiani verso i vaccini è stato, insieme all’Ice Bucket Challenge e alla ricerca sulla SLA, uno dei temi del sondaggio di Termometro Politico per il programma Elisir andato in onda su Raitre lunedì 22 settembre. La nostra indagine ha coinvolto 2000 rispondenti al nostro questionario realizzato con modalità CAWI. Oltre ai risultati del sondaggio presentiamo alla fine di questo pezzo anche una sentiment analysis realizzata per noi da DifesaReputazione.it.
Ebola e tubercolosi – Il primo dato ad emergere è che la maggioranza di coloro che hanno risposto alle domande del sondaggio non è preoccupata della diffusione di questi virus, anche se il 35% pensa che non si debba comunque abbassare la guardia; per quasi un altro quarto, invece, la paura sarebbe utilizzata solamente per propaganda politica. Il 39% che, al contrario, si dice preoccupato, si divide a metà fra coloro danno la colpa alla legislazione troppo permissiva in materia di immigrazione e chi pensa che il pericolo esista a prescindere di ciò. Si evidenzia, inoltre, come la quota di “preoccupati” – soprattutto riguardo ai fenomeni migratori che potrebbero accelerare la diffusione del virus – diminuisca man mano che il titolo di studio si fa più elevato.
Vaccini – Poiché su internet spesso circolano voci più o meno fondate che si scagliano duramente contro le case farmaceutiche e i loro fatturati miliardari che ruotano attorno l’industria dei vaccini, abbiamo posto due quesiti su questo tema. L’utilità dei vaccini viene riconosciuta dal 52% dei rispondenti, mentre il 27% ritiene utili quelli per bambini, meno quelli per gli adulti; il 17%, invece, al di là delle motivazioni, li considera addirittura dannosi.
L’utilizzo riguarda per il 62% solamente i bambini, a fronte di un quarto di italiani che invece ne fa un utilizzo più ampio, ad iniziare dagli anti-influenzali. Evidenziamo in particolare che la fascia di età tra i 35 e i 44 anni è quella che ne fa un uso minore, mentre con l’avanzare dell’età si ricorre più frequentemente alla vaccinazione. Nella classe d’età più anziana da noi presa in considerazione, ossia quella degli ultra sessantacinquenni, più di quattro persone su dieci si vaccinano sistematicamente. Infine, è il 13% dei soggetti intervistati ad affermare di non fare uso di vaccini neanche per i propri bambini.
Ebola e immigrati: sentiment analysis – Dalle slide che potete trovare qui di seguito con la sentiment analysis svolta per noi da difesareputazione.it emerge che le discussioni su ebola e tubercolosi, veicolate anche da flussi migratori, vengono rilanciate periodicamente, creando più picchi di condivisione. Gli allarmi dell’OMS del 17-19 agosto hanno fatto parlare di “ebola e immigrati“. Poi l’attenzione è scesa, ma ha avuto un nuovo picco il 25 agosto. Dopo un ulteriore calo, altri interventi – come un post sul blog di Beppe Grillo su alcuni poliziotti italiani infetti da tubercolosi – hanno alimentato successive discussioni di maggiore risonanza.
Il mezzo che ha ospitato più interventi sul tema è stato il social network twitter, con il 48%; a seguire troviamo facebook (17,1%), notizie online (14,9%) e blog (12,6%). Nel periodo preso ad osservazione, le condivisioni ammontano a 346 mila, mentre la ricezione potenziale, che ha visto il suo picco il 18 agosto, complessivamente supera i 3 milioni di italiani.
Tra i maggiori influencer vi è il blog di Beppe Grillo, ma anche voxnews.info, e il portale di informazione strettoweb.com. Il primo quotidiano che si classifica nella top ten delle condivisioni è la versione online de il Secolo d’Italia.
Il sentimento rilevato dagli interventi è generalmente negativo, nel 48,4% dei casi, e spesso avviene rilanciando allarmi di blog e media online. I post neutri costituiscono il 35,5% del totale, mentre quelli positivi risultano solamente il 16,1%, prevalentemente veicolati su facebook.
In più di due casi su tre (67,6%) a parlare di “ebola e immigrati” sono uomini. Le donne, oltre ad essere meno coinvolte, sono anche meno propense a esprimere sentimenti positivi: tra questi infatti, oltre il 75% è stato fatto da soggetti di sesso maschile.