Gilles De Kerchove, capo dell’antiterrorismo dell’Ue, avverte: il numero di cittadini europei unitosi alle fila dei combattenti in Siria e Iraq è salito a quota 3000. Il coordinatore europeo contro il terrorismo ha precisato che nella stima sono compresi individui che si sono recati nella regione, quelli che vi sono tornati ma anche coloro che sono rimasti uccisi. I “foreign fighters” fino a poco tempo fa non superavano le 2000 unità: sull’impennata dei reclutamenti ha pesato l’annuncio da parte dell’Isis di voler costituire un Califfato. “Se ci credi, il tuo desiderio è di unirti a esso il prima possibile” ha commentato De Kerchove.
Lo stesso, intervistato dalla Bbc, ha aggiunto che l’estremismo islamico potrebbe colpire anche in Europa in risposta ai raid contro le postazioni Isis in Medioriente. La coalizione guidata dagli Usa fino ad ora ha portato a termine circa 200 attacchi aerei. Gli ultimi bombardamenti, anche se le autorità Usa non hanno ancora confermato, si sono abbattuti sui giacimenti petroliferi in mano all’Isis nelle provincie siriane di Deir Ezzor, al confine con l’Iraq, e di Hasakeh.
Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani gli obiettivi sono stati il giacimento di Al Tank e la zona petrolifera del deserto di Al Quiria. La vendita illegale di petrolio grezzo è tra le maggiori fonti di guadagno dello Stato Islamico. La maggior parte delle raffinerie in mano all’Isis adesso è inutilizzabile: prima producevano tra i 300 e i 500 barili di greggio al giorno per un ricavo di 2 milioni di dollari.
“Tre giorni fa l’Is ha diffuso un comunicato per dire che ci sarebbero state rappresaglie contro la coalizione; e in Algeria è stato rapito un francese e ed è stato decapitato: hanno fatto quel che avevano annunciato” ha riferito sempre De Kerchove. La minaccia di attentati sul suolo europeo tuttavia potrebbe arrivare anche da Al Qaeda: l’organizzazione potrebbe aver bisogno di compiere delle azioni per mantenere alto il suo profilo.
Intanto destano preoccupazione anche le dichiarazioni del Presidente iracheno Abadi: potrebbero presto esserci degli attentati nelle metropolitane francesi, ma anche in quella di New York. Anche se le informazioni raccolte da Baghdad non sono ritenute molto attendibili, si sta diffondendo la paura di un nuovo 11 Settembre.