La linea del ragionamento, della sensatezza e del rigore di bilancio contrastano con la smisurata ambizione di una società calcistica? Secondo il presidente dell’Inter è possibile conciliare entrambe le cose.
Durante un’intervista rilasciata al quotidiano torinese “La Stampa”, Thohir ha rivelato che l’obiettivo della società nerazzurra è quello di tornare ai massimi livelli entro due anni e che riuscirà a raggiungere la meta prefissata non facendo spese folli ma dando “tranquillità ai giocatori con alcuni rinnovi importanti di giocatori come Icardi e Kovacic – spiega Thohir –. Non sono il tipo che si fa prendere dal panico e, magari, compra senza una logica. Sono convinto che serva la programmazione”.
Il magnate indonesiano non nasconde comunque la grande ambizione della società: “Tutti noi conosciamo la storia dell’Inter, in due anni vogliamo tornare tra i dieci club più forti al mondo. Sul campo dobbiamo dare continuità con la presenza in Europa, e stiamo andando in questa direzione. Fuori, invece, serve una forte struttura manageriale. E anche qui ho scelto le persone giuste. Se guardiamo a questo inizio di campionato direi che possiamo tranquillamente competere con loro (la Juventus ndr). Ma il nostro obiettivo è migliorare il quinto posto, certo che vincere lo scudetto non sarebbe poi male.”
Thohir, a proposito di una riforma strutturale del calcio italiano, ha le idee molto chiare: “Mi aspettavo di trovarvi in una situazione di difficoltà, bastava confrontare la differenza tra i vostri ricavi e guadagni con i top club europei. Ma sapevo anche che questo è il torneo più duro di tutti, dove non c’è nulla di scontato, il livello tecnico-tattico è molto alto, non dominano solo due squadre, ma c’è un gruppo molto competitivo.” Forte sostenitore della “Riforma dei campionati, perché 20 squadre sono troppe. Bisogna scendere a 18 per aumentare la competitività del campionato.” Mentre ha una ricetta ben precisa anche per aumentare i ricavi grazie allo spettacolo: “Rendere il prodotto calcio più ricco in tema di diritti tv, diminuire il numero delle squadre e, non ultimo aspetto, avere degli stadi adeguati alle nostre esigenze.”