L’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani in un’intervista al quotidiano Sicilia, afferma di essere d’accordo con quanto detto dalla Cei sull’articolo 18: “Sono d’accordo con monsignor Galantino. L’articolo 18 è stato già modificato, non è questo il problema. Si può sempre migliorare, ma il modello Germania si fa con altre cose basiche. Torno alle parole della Cei. Si deve cambiare l’agenda. Tutti i temi della riforma del lavoro vanno inquadrati nel ragionamento sull’economia: dobbiamo capire come cavolo si fa a uscire dalla recessione. Non è irrilevante sapere quanti soldi hai quando parli di flexsecurity e di ammortizzatori”.
L’ex segretario del Pd ricorda poi “a tutti che ‘la ditta’ significa lealtà e discussione. Gli organismi non sono luoghi dove c’è il prendere o lasciare”. “Ripartiamo dal testo di Boeri e Garibaldi e cominciamo un percorso alla fine del quale, però, per un giovane ci dev’essere la pienezza dei diritti” dice Bersani. “Io sono testardamente persuaso affinché si trovi un punto di convergenza. Se avessi la flexsecurity che c’è in Danimarca, dove uno che perde il lavoro prende il 75% per 4 anni, allora gli darei indietro l’articolo 18, il 19 e pure il 20…Per fare una cosa così, malcontati, ci vogliono 15 miliardi e un’organizzazione. E allora cerchiamo di ragionare: da qui a lunedì troviamo la quadra”. “Credo che Renzi debba durare – aggiunge – ma deve farsi dare una mano. Ciò che ricavo è che Matteo deve rafforzare il gioco di squadra”.
Parlando delle Politiche del 2013, “dopo quelle elezioni non c’è più la maggioranza per fare leggi ad personam“, osserva Bersani. “Il giaguaro l’abbiamo smacchiato noi. E non mi si dica che non è vero, per giustificare l’idea che Berlusconi sia necessario. Non lo è né numericamente, né politicamente”.