L’Associazione nazionale magistrati “rileva con vivo rammarico che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, anche nel corso della popolare trasmissione televisiva Che tempo che fa andata in onda nella serata di ieri, ha ripetuto affermazioni riguardanti l’azione dell’Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani che non corrispondono alla realtà dei fatti”. Così l’Anm in una nota.
Da qui la precisazione dell’associazione delle toghe, che si dice “costretta a ricordare a tutti, con estrema fermezza di non aver mai dichiarato che l’introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all’indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario – afferma l’Anm – è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l’Associazione avrebbe fatto una simile affermazione”. “L’Anm, inoltre, ricorda che tale tetto è raggiunto solo dai massimi vertici della Corte di Cassazione e della relativa Procura Generale e che la retribuzione media dei magistrati è enormemente inferiore a quella cifra”.
Sottolineando che le “affermazioni riguardanti l’azione dell’Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani non corrispondono alla realtà dei fatti”, l’Anm passa poi a ricordare “con estrema fermezza” la propria posizione in particolare sul tetto alle retribuzioni, sul taglio delle ferie e sulla riduzione dei termini feriali, confutando le affermazioni del premier. “Ci auguriamo, con ciò, di avere fatto – si spera definitiva – chiarezza, nell’interesse di una corretta informazione e della dignità di quanti operano con sacrificio e impegno nel delicato settore dell’amministrazione della Giustizia”, conclude la nota.