È per una presunta truffa al sistema sanitario che sono scattate a Roma diverse perquisizioni e sequestri negli uffici della Regione Lazio, all’Ospedale Israelitico, in due Asl e tre ambulatori della capitale. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e seguita dal pm Corrado Fasanelli, è partita a seguito di due episodi di «depistaggio» da parte di ispettori della Regione Lazio e dell’Asl stessa. Lo scorso gennaio la medesima indagine aveva inoltre visto coinvolto l’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua in veste di direttore generale dell’Ospedale Israelitico.
Le indagini dei carabinieri, partite su richiesta della procura di Roma, proseguono nell’ambito dello sviluppo di accertamenti compiuti sulla struttura sanitaria capitolina per presunte fatture gonfiate rispetto alle prestazioni mediche effettive. Ad oggi il registro degli indagati vede iscritte dieci persone: oltre allo stesso Mastrapasqua, ad essere coinvolti ci sono altri sette dipendenti della struttura sanitaria e due funzionari della Regione Lazio legati alle precedenti amministrazioni. L’inchiesta parte infatti dal 2009, quando alcuni controlli dell’Asl Roma D su prestazioni all’Ospedale Israelitico fecero emergere delle forti incongruenze; l’ipotesi fatture gonfiate è stata avanzata a seguito di accertamenti che vedevano, ad esempio, richieste di onerosi rimborsi alla Regione per semplici interventi odontoiatrici privi di ricovero. Per di più, in seguito ulteriori controlli arrivarono a scoprire che tra il 2006 e il 2009 le richieste di rimborso alla Pisana per interventi mai effettuati interessavano la maggioranza dei casi, ossia il 94% delle cartelle cliniche.
A seguito dell’inchiesta il governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha sospeso il pagamento di 15,5 milioni di euro all’Israelitico, congelando così quei protocolli d’intesa che l’ex amministrazione aveva stipulato con la struttura sanitaria nel 2011 e 2012. Già lo scorso agosto il Nas dei carabinieri aveva richiesto alla Regione di “revocare la convenzione 2013 con l’Ospedale Israelitico; sospendere la determinazione del suo budget per il 2014; bloccare il rinnovo dell’accordo per l’anno in corso e revocare l’accreditamento”.
Il danno erariale ammonterebbe a oltre 14 milioni di euro, ma il Tar ha di recente nuovamente accolto il ricorso dell’ospedale contro la decisione della Regione, la quale intendeva recuperare le somme pagate per la remunerazione delle prestazioni. L’udienza riguardante il contenzioso tra l’Israelitico e la Pisana è prevista per il prossimo 8 ottobre. Parallelamente, anche la Corte dei Conti ha dato il via a diversi accertamenti per possibili profili di colpa risultanti da un mancato stop ai finanziamenti alla struttura sanitaria, che avrebbe recato un grosso danno al sistema sanitario nazionale. In questa indagine dei magistrati contabili potrebbero essere coinvolti anche alcuni membri dello staff dell’ex assessorato alla Sanità, nei tempi in cui a dirigere la Pisana c’erano la Polverini e Marrazzo che, di fatto, non revocarono l’accreditamento alla struttura nonostante molti vertici fossero indagati.