Bolivia: Morales verso la vittoria nonostante le accuse degli USA
Secondo quanto riportato dal giornale boliviano “El Deber”, il Presidente della Bolivia Evo Morales intende aprire un ristorante con “ottimi cuochi specializzati in carne alla brace”, ma soltanto dopo essersi ritirato dalla vita politica. Ciò appare ancora abbastanza lontano, poiché è stimato come vincente delle prossime elezioni che si svolgeranno il 12 ottobre. Si tratterà del suo terzo mandato, che terminerà nel 2020.
Primo presidente indigeno della storia boliviana, Morales è stato eletto già nel 2005 e nel 2009, e sarà probabilmente confermato anche in occasione delle prossime elezioni: infatti, secondo i recenti sondaggi, la sua vittoria pare abbastanza certa, nonostante la sua popolarità sia in leggero calo soprattutto in seguito alle accuse rivolte dai partiti di opposizione per la sua controversa candidatura.
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Nel frattempo, il governo degli Stati uniti ha pubblicato la ‘lista nera’ dei Paesi produttori di droga, o preferiti per il transito delle sostanze stupefacenti. Sui 22 Paesi indicati, ben 17 sono latinoamericani, e fra questi figura proprio la Bolivia che, alla pari di Birmania e Venezuela, è stata citata nel rapporto poiché nell’ultimo anno ha “manifestamente fallito” nell’adempimento di quegli obblighi definiti dai trattati internazionali antidroga.
Ciò ha provocato inevitabili polemiche: Evo Morales non ha esitato ad accusare gli Stati Uniti di aver screditato il proprio governo in vista delle elezioni. “Il Presidente Barack Obama ha sbagliato, forse per ragioni elettorali, forse perché (pensano) che faranno cambiare la mentalità del nostro popolo. […] Il popolo boliviano è anti-imperialista e anti-neoliberale e la gente non si lascerà confondere da questo tipo di informazioni”, ha dichiarato il Presidente boliviano.
La reazione di Morales era abbastanza prevedibile, soprattutto perché si tratta di un momento molto importante della vita politica boliviana. Infatti, oltre alla carica di Presidente, sarà rinnovata anche la composizione dell’Assemblea Legislativa e, a garanzia di un processo elettorale trasparente, il Tribunale Supremo Elettorale ha stipulato un accordo con l’Organizzazione degli Stati Americani per l’invio di una delegazione di osservatori elettorali.
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