Nell’Europa dell’antisemitismo
Le settimane di guerra a Gaza hanno messo a nudo un fenomeno che accomuna Parigi e Londra, Berlino e Stoccolma: dalle violenze verbali agli atti di vandalismo fino a vere e proprie aggressioni fisiche, l’Europa è attraversata da rigurgiti di antisemitismo.
In Germania, dove vivono circa 100.000 ebrei, le aggressioni antisemite sono in aumento. Solo a luglio, il governo di Berlino ha contato 131 episodi del genere. Le comunità ebraiche chiedono protezione. La guerra a Gaza ha alimentato i sentimenti antisemiti che serpeggiano in Germania, ma non li ha generati da zero. La BBC ha scritto che in molte comunità ebraiche c’è una paura che deriva soprattutto dal fatto di percepire l’antisemitismo come sentimento socialmente accettabile.
Solo un paio di settimane fa, durante una grande manifestazione contro l’antisemitismo a Berlino, Angela Merkel parlava così: “È dovere di ogni tedesco fare qualcosa” di fronte a questo fenomeno. “È legittimo criticare le azioni di un governo, sia esso il nostro o quello di Israele” ha proseguito Merkel, “ma se questo viene utilizzato come copertura per il proprio odio nei confronti di altre persone, nei confronti del popolo ebraico, allora si tratta di un uso sbagliato della nostra libertà di opinione”.
Si passa il confine e si arriva in Francia, dove vivono circa mezzo milione di ebrei. Lì la situazione ha molti punti in comune con quella tedesca. Secondo Haim Korsia, Gran Rabbino di Francia, il governo di Parigi ha reagito con forza all’aumento degli atti antisemiti nel paese, ma ciò che preoccupa è l’apparente indifferenza della società.
Photo by Emmanuel DYAN – CC BY 2.0
Nel corso dell’estate, durante le manifestazioni contro la guerra a Gaza, per le strade di Francia si potevano sentire slogan come ‘morte agli ebrei’. Nei primi mesi dell’anno le autorità transalpine hanno calcolato che gli atti antisemiti e le minacce contro gli ebrei sono praticamente raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2013.
A Londra a fine agosto c’è stata una manifestazione di protesta contro l’aumento degli episodi di antisemitismo. L’organizzazione ebraica Community Security Trust ha contato nel mese di luglio 240 episodi del genere, cinque volte la media mensile: dalle minacce verbali alle aggressioni. Nel primi sei mesi del 2014 c’è stata una crescita del 36 per cento rispetto allo spesso periodo dell’anno precedente.
In Svezia, in primavera l’aumento degli episodi di violenza antisemita ha spinto il Congresso ebraico mondiale (una federazione che riunisce organizzazioni e comunità ebraiche in tutto il mondo) a chiedere al governo di Stoccolma più sforzi per assicurare protezione ai siti ebraici. Scuole, moschee, centri culturali. A volte svastiche con lo spray, altre volte atti vandalici più gravi: nei mesi scorsi l’ Agenzia Ue per i diritti fondamentali ha calcolato che il 18 per cento degli ebrei in Svezia non si sente al sicuro.
In Europa, il 40 per cento degli ebrei confessa di tenere nascosta la propria fede, secondo una ricerca condotta dal Centro rabbinico europeo e dall’European Jewish Association. L’Anti-Defamation League (gruppo che combatte la diffamazione nei confronti degli ebrei, fondato nel 1913 negli Usa) ha condotto un’indagine secondo la quale il 24 per cento dei cittadini europei nutre sentimenti antisemiti.