Votazioni Consulta, sedicesima fumata nera
Fumata nera, la sedicesima, per l’elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune. Nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea, pari a 570 voti. Servirà una nuova votazione, la diciassettesima. Non è quindi bastato l’accordo per eleggere Luciano Violante, in quota PD, e Ignazio Francesco Caramazza, in quota Forza Italia. Nonostante questa mattina i capogruppo di PD e Forza Italia avessero dato una chiara indicazione di voto, a favore di Violante e Caramazza, i franchi tiratori l’hanno spuntata ancora.
Il senatore di Forza Italia, Donato Bruno, che a questo punto resta il relatore per la legge elettorale, già ieri aveva fatto sapere di essere disposto a fare un passo indietro, rimettendosi nelle decisioni di Berlusconi. “Per me decide Berlusconi”, avrebbe detto il senatore quando si faceva largo l’ipotesi di una sua sostituzione con Caramazza.
Oggi i votanti sono stati 804, 50 in meno di quanti avevano risposto all’appello nelle precedenti votazioni. Le preferenze per Violante sono state 511, 450 quelle per Caramazza. Pur essendosi ritirato dalla corsa Donato Bruno ha preso comunque 66 voti, 22 preferenze sono andate a Lorenza Carlassarre, 12 ad Alessandro Pace e 8 a Michele Ainis. Le bianche sono state 144, le nulle 42 e 37 i voti dispersi. Il Parlamento in seduta comune tornerà a votare martedì 7 ottobre alle 13, ha comunicato all’Aula il vicepresidente di turno della Camera, Luigi Di Maio.
CONSULTA “M5S, ANCHE VIOLANTE INCANDIDABILE” – “Luciano Violante è incandidabile per la Consulta”. Dopo il caso di Teresa Bene per il Csm il M5S è andato a controllare i requisiti richiesti per la nomina alla Consulta e, annuncia il deputato Danilo Toninelli, “abbiamo scoperto non ha nessuno dei requisiti richiesti perchè un politico di professione”. “La Costituzione parla chiaro e Luciano Violante non è magistrato, neanche a riposo, delle giurisdizioni superiori ordinaria e amministrative, non ha mai esercitato la professione di avvocato, non è più professore ordinario in alcuna università da almeno cinque anni nè – aggiunge Toninelli – ha mai svolto attività accademica a tempo pieno da quando è in politica”. “Il nome di Violante, su cui il Pd si è scandalosamente inchiodato, non è meno dubbio di quello di Teresa Bene”, conclude.
Francesco Di Matteo