Prima il voto del Parlamento, poi il discorso di fronte ai deputati, quindi la presentazione dei ministri: per il socialdemocratico Stefan Löfven le ultime ore sono state piuttosto intense. La sua avventura alla guida della Svezia è ufficialmente cominciata.
Ieri il Parlamento svedese ha dato luce verde. In Svezia vige il parlamentarismo negativo: ciò significa che un premier non ha bisogno di un voto di fiducia per incominciare il suo mandato e può restare in carica fin quando non c’è una maggioranza a sfiduciarlo.
Sono stati 132 i voti favorevoli, 154 gli astenuti (il centrodestra l’aveva annunciato e ha mantenuto l’impegno) e 14 gli assenti. Contro Löfven hanno votato i 49 deputati dei Democratici Svedesi, la più a destra delle formazioni politiche in Svezia. “A nostro parere il risultato delle elezioni non dà a Stefan Löfven il mandato per formare un governo” ha dichiarato il leader dei Democratici Svedesi, Jimmie Åkesson.
“Questo è davvero un grande momento” ha detto ieri Löfven ai giornalisti subito dopo la votazione: “Accetto questo incarico con grande rispetto”.
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Giusto il tempo di dormire qualche ora e Löfven è tornato in Parlamento per il suo primo discorso ufficiale. Subito dopo ha presentato la sua squadra di ministri. Ventiquattro in tutto: dodici uomini e dodici donne.
Molti dei nomi scelti da Löfven erano stati ampiamente previsti dalla stampa svedese. L’ex commissario europeo Margot Wallström, ad esempio, era data da molti come probabile ministro degli Esteri. Così è stato. Alla socialdemocratica Magdalena Andersson va il ministero delle Finanze. Morgan Johansson (anche lui socialdemocratico) si occuperò della giustizia. Sono socialdemocratici anche Peter Hultqvist (Difesa) e Anders Ygeman (Interni).
I Verdi, alleati di governo dei socialdemocratici, si prendono posizioni di rilievo. Il ministero dell’ambiente va a Åsa Romson, che sarà anche vicepremier. Quello dell’educazione a Gustav Fridolin. Il ministero per i Mercati finanziari è andato a Per Bolund: confermate pure in questo caso le voci della vigilia.
Stamattina Löfven si è presentato di fronte al Parlamento illustrando la sua visione della Svezia. Ha parlato per una trentina di minuti, definendo seria la situazione in cui versa il paese. Ha posto l’accento in particolare sulla disoccupazione, sulle diseguaglianze, sul welfare.
Ha parlato anche di immigrazione. Ha detto che Stoccolma manterrà le sue generose politiche d’accoglienza ma che allo stesso tempo incoraggerà gli altri paesi ad assumersi le proprie responsabilità. Ha ribadito che la Svezia non entrerà nella Nato ma che non resterà passiva nel caso alcuni paesi europei dovessero essere aggrediti. Ha ribadito l’appoggio alla causa palestinese, perché “il conflitto tra Israele e Palestina può essere risolto solo con una soluzione a due stati”, cosa che suppone “un riconoscimento reciproco e la volontà di una coesistenza pacifica: ecco perché la Svezia riconoscerà lo stato della Palestina“.
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