Il settore manifatturiero non lascia intravedere segnali incoraggianti di ripresa, né per l’Italia e nemmeno per l’Eurozona. Questo è quanto emerge dagli ultimi dati diffusi oggi da Market Group, l’agenzia che si occupa di pubblicare l’indice PMI (Purchasing Managers Index) ovvero il complesso di ordini, produzione e occupazione nel settore manifatturiero che è idoneo a delineare la capacità produttiva nel settore.
Per quanto riguarda la zona euro, Markit Economics ha innanzitutto rivisto a ribasso l’indice dei servizi nella zona Euro relativa al mese di settembre, spostandosi dai 52,8 ai 52,4 punti. Ad agosto il valore era di 53,1 punti ed ora il valore finale dell’Indice Composito della zona euro è sceso a 52,0 punti calando rispetto ai 52,5 di agosto. Nel terzo trimestre l’economia dell’eurozona si trova ad un punto morto e pur godendo di alcune aree di crescita, viene sempre di più trascinata in basso specialmente da Francia e Italia dove non vi sono ordini e la disoccupazione si mantiene costante.
In particolare l’Italia si ritrova oramai al terzo periodo di recessione e dovrebbe concludere in contrazione anche il 2014. Ed anche per il bel paese la diffusione dell’indice PMI non porta notizie incoraggianti: vi sarebbe infatti stato un calo dell’indice a settembre portando il valore a 49,5 punti, cifra inferiore rispetto al dato di agosto di 49,9. Registrando così il secondo periodo di contrazione per l’attività del settore privato, dopo ben otto di crescita.
Phil Smith, economista di Market, commenta così i dati diffusi dall’agenzia: “La debolezza della domanda è evidente dal momento che i nuovi ordini sono scesi ancora di un gradino, il che a sua volta mette pressione sulle imprese per effettuare ulteriori riduzioni dei prezzi”.
Riccardo Bravin