“Vediamo se alle parole seguono i fatti: cioè che vada riformato il mondo del lavoro, rendendolo flessibile. Da Renzi fino ad ora abbiamo visto poco”. Parola di Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, ospite a Matera alla convention dei Popolari per l’Italia.
CREARE LAVORO – “Se non creiamo posti di lavoro nuovi, la flessibilità serve relativamente”, è il pensiero di Tosi, che aggiunge: “Il problema dell’Italia è creare nuovi posti di lavoro più che modificare lo stato attuale delle cose”. Di certo urgono cambiamenti, come per esempio nel pubblico impiego, perchè “in Italia chi sta nel privato ha immensamente meno tutele di chi sta nel pubblico”.
NARDELLA: ART. 18 VESSILLO OPPOSITORI – A parlare del Jobs Act è anche il sindaco di Firenze, il democratico Dario Nardella, intervistato dal ‘Messaggero’: “In questi primi quattro mesi da sindaco, ho constatato che soltanto riformando il mercato del lavoro possiamo dare una spinta vigorosa all’economia”. E poi aggiunge: “Questa riforma serve a noi, e non a compiacere i signori di Bruxelles”. Sull’articolo 18, Nardella è netto: “è solo uno degli aspetti del tema complessivo” e non un “vessillo per coprire tutto il resto”, come fatto dagli “oppositori della riforma del lavoro”. A Nardella preoccupa “che si tenti di fare dell’articolo 18 un argomento per riaccendere la lotta di classe tra imprenditori e lavoratori. L’Italia, oggi, non ha bisogno di questo”. Il problema centrale è superare i “veri e propri contratti truffa, che sono fioriti all’ombra dello Statuto, come l’associazione in partecipazione o il rapporto parasubordinato e nessuno in questi anni è riusciti ad eliminarli”.