Dopo l’Aspi e la mini-Aspi, arriva la Naspi. Filippo Taddei, responsabile Economia e Lavoro del PD, annuncia l’arrivo del nuovo sussidio di disoccupazione. Con l’obiettivo di estendere la copertura a circa 1 milione e 300 mila precari.
CIFRE – Il governo punta a stanziare un miliardo e mezzo di euro nella prossima quanto imminente Legge di Stabilità, rendendoli quindi già spendibili per il 2015, in attesa dell’entrata a pieno regime del Jobs Act, prevista per il 2016. Per Matteo Renzi “un miliardo e mezzo non sono pochi”, ma il compagno di partito nonché ex ministro, Cesare Damiano, s’interroga: “Si tratta davvero di risorse in più o recuperate da un riciclo di quanto destinato alla cassa in deroga?”. Damiano inoltre aggiunge: “E se fossero in più, cosa ci facciamo con un miliardo e mezzo? Poco. L’equivalente di un’indennità di 700 euro al mese lordi per un anno a 178.571 persone. Non basta”. Dubbi sulle risorse anche dal sottosegretario Carlo Dell’Aringa: “Se si vogliono tutelare anche le partite Iva a monocommittenza… Quelle sono tantissime, i soldi non basterebbero”.
REQUISITI – La novità della Naspi riguarda i requisiti: basteranno appena tre mesi di contribuzione nell’ultimo anno lavorativo. Una condizione molto meno stringente rispetto all’attuale Aspi – contributi da almeno due anni e aver lavorato negli ultimi 12 mesi – e mini Aspi, che richiede 13 settimane di contribuzione nell’ultimo anno.
SPARTIACQUE 2016 – Tra due anni, con l’entrata a pieno regime del Jobs Act, le risorse subiranno una decisa rimodulazione. Con l’esaurimento della cassa integrazione in deroga – previsto dalla Legge Fornero – e la fine dell’indennità di mobilità,si libereranno circa 4 miliardi e mezzo, cui aggiungere il miliardo e mezzo stanziato per la Naspi. La torta – che attualmente vale 23 miliardi, tra cig in deroga, straordinaria (cigs), ordinaria (cigo), mobilità ed indennità di disoccupazione – confluirà quasi esclusivamente nella Naspi, che – ad esclusione dei 4.6 miliardi destinati a cigs e cigo – dovrebbe avere un peso da circa 18 miliardi e mezzo. Una cifra tale da garantire un sussidio universale che, secondo il governo, sarà calcolabile in circa 1.100-1.200 euro massimo nei primi mesi, per poi calare a 700 euro, con durate massime di due anni – per i lavoratori dipendenti – e sei mesi per gli atipici. Con l’obbligo, ovviamente, di accettare le nuove offerte di lavoro proposte.