È un Matteo Richetti che non ti aspetti, quello intervenuto al programma In mezz’ora, condotto da Lucia Annunziata. Renziano della prima ora ed ex candidato alle primarie per la regione Emilia-Romagna, il deputato modenese attacca a sorpresa il presidente del Consiglio. E lo fa su molteplici punti.
A cominciare dall’articolo 18: “Come si fa a fare una battaglia epocale come quella della riforma del mercato del lavoro con il capogruppo alla Camera (Speranza, ndr) che si astiene in direzione e con il presidente della commissione (Damiano, ndr) che vota contro?”. “Io – aggiunge Richetti- non avrei voluto una discussione sull’articolo 18 poco chiara e sul Tfr a questo punto inutile”.
Richetti attacca anche la politica degli annunci del governo: “Quando si governa la dinamica della proposta non è ‘sparo l’annuncio, ti faccio discutere per settimane, per poi scoprire che la proposta non è percorribile’. La vicenda del Tfr mi indispettisce”. Parole dure arrivano anche per quanto concerne la gestione del partito. “C’è un solco profondo – dice – fra il partito e i suoi elettori, colmato solo da Matteo Renzi, come se lui avesse reso credibile e votabile se stesso e non il Pd”.
“Un partito che non porta a votare nemmeno gli iscritti – spiega, riferendosi alla consultazione del 28 settembre in Emilia – è dentro un problema enorme. In Emilia Romagna non c’è stata né la competizione, né la proposta perché gli elettori del Pd ritenessero credibili le primarie. Il partito è attraversato da funzionari che mal sopportano Renzi: quando arriva gli fanno grandi applausi, quando se ne va continuano come nulla fosse. E molti nostri elettori potrebbero non andare a votare alle regionali di novembre. Il Pd può essere il più grande nemico di se stesso”.