Basket: Sassari batte Milano nella Supercoppa dei pasticci
Dopo la pausa estiva, e con il campionato alle porte, la serie A di basket presenta un antipasto succulento con la Supercoppa italiana, quest’anno in una nuova versione dove, oltre alla vincitrice dello scudetto e della coppa Italia, a sfidarsi ci sono anche le altre due finaliste sconfitte. Il tempismo per la modifica del regolamento non è dei migliori, dato che Siena è stata estromessa dalla massima serie per le note vicende societarie. Si va dunque con Brindisi e Roma a chiudere il quartetto che con Sassari e Milano rincorrerà il primo trofeo della stagione.
Si gioca in terra Sarda, e il primo risultato evidente (non ce ne vogliano i padroni di casa) è che a vedere le semifinali c’è veramente poca affluenza di pubblico. Immaginare che ad un biglietto di per sé non esattamente regalato si debbano aggiungere le spese di traghetto o di aereo dev’essere stato un discreto deterrente, visti i tempi. Peccato, perché se le immagini degli spalti semi deserti sono desolanti, quelle in campo riescono a dare almeno qualche spunto di interesse, con Milano che nella prima semifinale regola facilmente Brindisi, e con Sassari che piega alla distanza la resistenza dei capitolini. Per Milano si vede in campo Hackett dopo la squalifica. No, aspetta, la squalifica parte dopo la supercoppa quindi Daniel si rivede in campo prima che questa inizi. Altra perla di discreto livello.
Ok siamo in versione leggermente polemica, si sarà intuito. Poco male perché alle 18:00 la finale aiuterà a dimenticare qualche piccolo passo falso dell’organizzazione. Alle 18 però ci sarebbe Juve – Roma, partita che due o tre interessi li smuove, quindi alla palla a spicchi chi ci guarda? Poco male-parte 2. Basta posticipare di un paio d’ore la finale e il gioco è fatto. Ottima intuizione, peccato solo averla colta con solo tre giorni di anticipo. Se eravate tra gli eroi che avevano prenotato biglietto, trasferta e viaggio di ritorno con gli orari a incastro perfetto avete tutta la nostra solidarietà. La partita almeno è godibile per larghi tratti, con Sassari che parte fortissimo e allunga subito ben oltre la doppia cifra nel primo quarto.
Nel secondo Milano rientra e arriva a contatto, prima che un fiscale fallo antisportivo proprio ad Hackett la ricacci a -10 negli ultimi secondi. Nella ripresa la trama non cambia, col punteggio ad oscillare sempre tra l’equilibrio e il vantaggio dei padroni di casa. Tra l’altro ogni volta che sembra riguadagnare l’inerzia del match, Milano riesce sempre a commettere una sciocchezza evitabile. Stavolta è Samuels a beccarsi un tecnico dopo una stoppata rifilata all’avversario con i suoi con la palla in mano. Si arriva in volata ancora con le squadre spalla a spalla. Dyson (MVP) è incontenibile per i suoi, la sua tripla seguita da quella di Marshon Brooks mette il punto esclamativo sul risultato. Dopo 11 ko consecutivi in casa contro i meneghini Sassari sfata il tabù e porta a casa il secondo trofeo della sua storia. L’unico che ancora manca dalla bacheca milanese. Finisce 96-88 per i meritatamente campioni di Sassari.
I tabellini.
Dinamo Banco di Sardegna: Logan 14, Sosa 14, Sanders 10, Devecchi 2, Lawal 12, Chessa, Dyson 25, Sacchetti B., Vanuzzo, Brooks 5, Todic 14, Cusin. Coach Meo Sacchetti
EA7 Olimpia Milano: Ragland 16, Brooks 26, Gentile 4, Gigli 2, Cerella, Melli 6, Meacham, Kleiza 17, James, Hackett 8, Samuels 9, Moss. Coach Luca Banchi
Arbitri: Alessandro Vicino, Lorenzo Baldini e Michele Rossi