Alle elezioni bulgare vince il partito conservatore ma la percentuale di preferenze non assicura la stabilità di governo. Confermati i risultati degli exit pool: secondo le previsioni domenicali dell’agenzia Gallup, diffuse dal canale pubblico BNT, la formazione Gerb (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria) dell’ex premier Boyko Borissov (2009-13) avrebbe raggiunto il 33,9% dei voti.
I dati dello spoglio non si sono allontanati molto da questo dato: i conservatori hanno raccolto il 32,61%. Non si allontanano dalle proiezioni neanche il Partito Socialista (BSP), poco più del 15% di preferenze, e quello della minoranza turca (DPS), poco meno del 15%: reduci da un governo di coalizione proprio con il DPS, i socialisti hanno toccato il loro minimo storico.
Entrano in Parlamento anche il Blocco Riformista, il Fronte Patriottico, “Bulgaria Senza Censura” e Nazionalisti dell’Ataca, tutte formazioni di centro ed estrema destra.
Con questi numeri Borissov non può raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi (121): gli mancherebbero una trentina di parlamentari. Per forza di cose dovrà essere formata una coalizione di governo: “sono pronto a fare tutto ciò che è necessario per evitare un risultato disastroso” dichiarava ieri Borissov, quando si è cominciata a prospettare una vittoria di Pirro, evocando il pericolo impasse e dunque il ritorno alle urne.
“Anche i partiti più piccoli facciano la loro parte per la stabilità” ha dichiarato stamane da premier in pectore: secondo molti analisti è probabile il ricorso alle larghe intese, quindi, la formazione di un governo a partecipazione socialista.
D’altra parte lo stesso Borissov, già Domenica, aveva teso la mano a tutti i partiti, tranne che al DPS, “per salvare la Bulgaria dal baratro economico e sociale”. Prende quota, dunque, anche l’ipotesi di un governo unicamente dei conservatori appoggiato dai partiti più piccoli.
Sullo sfondo una Bulgaria che, secondo recenti sondaggi, ha vissuto il periodo elettorale con rassegnazione: questa tornata, per la maggioranza dei cittadini, ha rappresentato poco più che una messa in scena, il balletto di un’oligarchia che è sempre la stessa.
Uno stipendio medio dalle parti di Sofia si aggira intorno ai 400 euro, una pensione intorno ai 140 mentre, il costo della vita e dei beni di prima necessità compresa l’energia elettrica, è molto vicino a quello europeo.