Ad appena poco più di 1 anno e mezzo di distanza, correva il febbraio del 2013, la riabilitazione di Oscar Giannino può dirsi completa. Intervistato da Libero, il celebre giornalista economico (prima Libero, poi Messaggero, Panorama e Radio 24) ripercorre i fatti di quei giorni spiegando il perché mentì sul proprio CV (lauree e master inseriti ma in realtà mai conseguiti) e togliendo, di fatto, qualunque speranza al movimento da lui fondato e capeggiato, Fare per Fermare il declino, di ottenre un buon risultato alle imminenti politiche.
Le motivazioni di un gesto così sciocco vanno ricondotte alla militanza di Giannino nelle file del Partito repubblicano di Ugo La Malfa, durata dal 1975 al 1994. “Fu un grave errore dovuto a un complesso di inferiorità che ho inconsciamente covato nel PRI. Era un mondo di élite, pieno di persone con titoli accademici a bizzeffe” ha dichiarato il giornalista. “Vennero i riconoscimenti per il mio lavoro. La gente cominciò a elogiarmi, ad appiopparmi titoli. Prima dottore, poi anche di più. Li ho accettati per vanità, poi ci ho messo del mio”.
Una “bomba” che ha fatto perdere a Giannino tutte le sue collaborazioni. Ma, caso strano, solo per poco tempo. “All’inizio, sì. Né io mi sono più fatto vivo. Nel tempo, invece, molte più persone di quante immaginassi hanno continuato a darmi fiducia e stima. Oggi, ho ripreso tutti i lavori che avevo: Radio 24 (la radio del Sole 24 ore-Confindustria, ndr), il Messaggero e i giornali del gruppo Caltagirone, Panorama. E a farsi vivi, questo mi ha colpito, sono stati loro”.
Politicamente parlando, Giannino rivendica la sua appartenenza ad un centrodestra liberale e liberista, molto diverso da quello berlusconiano. “La destra mi ha deluso. Sono libertario-liberista. Lo Stato, per com’è in Italia, è una follia unica in Occidente. Un Fisco che, solo per aprire un contenzioso – solo per sederti a discutere – pretende che versi un terzo della sua pretesa erariale, è da spararsi”. Ecco perché nelle elezioni del 2013 si è presentato dichiaratamente contro Berlusconi. “Pensavo, come penso, che il suo ciclo come leader in prima persona fosse finito. Essendoci, da quella parte, molti voti in libertà, volevo marcare la differenza tra noi e il Cav”.