La Spending Review non serve a nulla, o è stata applicata male. È questo quello che dice il centro studi di Unimpresa, in una analisi delle spese dello stato nel prossimo quinquennio, che vede un aumento della spesa nonostante le manovre di riduzione della spesa iniziate sin dal governo Monti.
Secondo l’analisi del centro studi Unimpresa, le spese dello Stato nel prossimo quinquennio aumenteranno di circa 40 Miliardi di euro. Secondo l’analisi il bilancio dello Stato vedrà le uscite aumentare costantemente nei prossimi 5 anni, passando dagli 827 miliardi di euro del 2013, 835 nel 2014, fino ad arrivare a 867,9 miliardi per il 2018. L’analisi riesce ad individuare precisamente anche quali voci del bilancio sono in aumento.
La spesa per le pensioni aumenterà di 28,1 miliardi mentre aumenta di soli 1,3 miliardi la spesa per gli stipendi pubblici. Ponendo che i tassi rimangano costanti, nei prossimi 5 anni l’Italia risparmierà poco più di 4 miliardi, mentre sono sostanzialmente fermi gli investimenti in infrastrutture (+0,5 miliardi).
Aumenta, invece, considerevolmente la voce di spesa per i consumi intermedi (+8,3 miliardi di euro). Proprio l’aumento dei consumi intermedi, ovvero le spese di ordinaria amministrazione da sempre nel mirino dei legislatori per la spending review, dimostra quanto le iniziative legislative, compresa quella del Governo Renzi deliberata il 30 settembre, siano state “impalpabili”.
I costi dei consumi intermedi vedranno una diminuzione di circa 2 miliardi per il 2014, in relazione all’anno precedente, e caleranno ancora nel 2015. Si impenneranno, invece, tra il 2016 e il 2018, fino a definire un + 8,3 miliardi su base quinquennale.
Francesco Di Matteo