Il Giornale torna all’attacco di Emma Marcegaglia. A quattro anni esatti dalla querelle che aveva visto protagonisti il quotidiano della famiglia Berlusconi e la ex presidente di Confindustria (con conseguente indagine e perquisizione in sede), il giornale diretto da Alessandro Sallusti si scaglia nuovamente contro l’imprenditrice lombarda, in un pezzo firmato da Stefano Sansonetti che parla dei “segreti di Emma”.
L’occasione è fornita dal progetto Tap (Trans Adriatic Tipeline), che mira a costruire un lungo gasdotto in grado di collegare Italia e Grecia per mezzo del territorio albanese, al fine di far pervenire gas naturale dal Caucaso e dal Mar Caspio. In questo ambizioso progetto sarebbero coinvolti, secondo il Giornale, alcuni grandi gruppi economici. Fin qui, nulla di nuovo. L’interesse di questi ultimi sarebbe però subordinato ad un eventuale tornaconto che investe anche la sfera politica, direttamente nella persona di Matteo Renzi.
In cambio di un via libera al Tap senza troppi problemi, i suddetti gruppi dovrebbero impegnarsi con Renzi a fornire una data quantità di risorse finanziarie per il salvataggio dell’Ilva, la società della famiglia Riva al centro delle note polemiche per l’impatto ambientale sul territorio tarantino. A corroborare la plausibilità di tale ipotesi ci sono anche le voci, diffuse negli ultimi giorni, per cui il governo sembra voler rifiutare ad ogni costo la proposta del gruppo Thyssen di acquistare l’Ilva, a vantaggio proprio del gruppo Marcegaglia. Quest’ultimo, a sua volta, sarebbe tra i maggiori investitori nell’ambito del progetto-Taf, in quanto specializzato nella trasformazione di tubi in acciaio, materiale necessario per far veicolare il gas naturale per centinaia di chilometri.
Gli interrogativi che sorgono, a questo punto, sono molteplici. A partire dai dubbi sulla effettiva imparzialità che dovrebbe caratterizzare Emma Marcegaglia nell’esercizio delle sue funzioni di presidente di un istituto come l’Eni. C’è poi la questione, ancora più delicata, relativa al potere sulle risorse naturali. In un momento complicato per le dinamiche geopolitiche internazionali, con la crisi ucraina e con i veti e le intimidazioni che arrivano da Mosca, per affrontare la questione-gas bisogna procedere oggi più cauti che mai.