Dopo nove mesi, la decisione sul caso Azzollini è stata presa. La Giunta per le autorizzazioni e per le immunità del Senato ha negato l’utilizzo delle intercettazioni a carico del senatore in quota Ncd e attuale presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. Pd, Ncd e Lega hanno infatti respinto la richiesta della Procura di Trani di utilizzare intercettazioni e tabulati telefonici legati all’utenza del senatore Azzollini. Dallo scorso gennaio sull’ex sindaco di Molfetta pende infatti un’indagine per una presunta frode da 150 milioni di euro nell’ambito dei lavori per il nuovo porto della città pugliese.
Azzollini è indagato anche per associazione a delinquere e reati ambientali a causa della mancata bonifica dei fondali del porto, sui quali giacciono barili contenenti acidi e altre sostanze nocive, proiettili e ordigni inesplosi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Stando alla ricostruzione dei pm, Azzollini, pur essendo a conoscenza dello stato in cui versano i fondali di Molfetta, avrebbe impiegato per altri scopi molti fondi in “un’operazione di maquillage del bilancio cittadino per dimostrare il rispetto del patto di stabilità ed evitare un ipotetico rischio default”.
Il voto contrario espresso dal suo stesso gruppo ha indotto il relatore Felice Casson a sospendersi immediatamente. Il senatore Pd, ex magistrato, si era infatti dichiarato favorevole all’uso delle intercettazioni di Azzollini. Adesso, il presidente della giunta Dario Stefano (senatore di Sel e candidato alle primarie pugliesi) dovrà nominare un nuovo relatore per l’Aula, dove sarà avanzata la proposta di non autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni. In quanto presidente della giunta, Stefano non ha preso parte alle votazioni, disertate anche dai senatori forzisti Lucio Malan e Giacomo Caliendo. I senatori del Movimento Cinque Stelle hanno invece votato a favore della relazione di Casson.