Ancora l’Ikea. Ancora un esponente politico di un certo livello. Dopo Anna Finocchiaro, è toccata al Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, essere fermata per controlli all’uscita dell’azienda multinazionale da parte del servizio di vigilanza. E scatta l’ironia sulla rete.
Il caso eclatante accadde a maggio 2012: la leader democratica Anna Finocchiaro venne beccata – è il caso di dire – all’Ikea con la scorta che le spingeva il carrello della spesa. Poi varie rettifiche, fra cui quella secondo la quale l’uomo di scorta era del partito (democratico, ovvio) e quindi non stipendiato per mezzo di soldi pubblici. Il web, comunque, non risparmiò nessuno ed attaccò con titoli a caratteri cubitale, del tipo: “ecco cosa fa la politica coi soldi pubblici”. Per non parlare degli insulti: irripetibili nella maggior parte. Ecco, quindi, che prevedere future offese nei confronti della Ministra, rea della stessa iniziativa, non sembra difficile, anzi.
Ricostruiamo: Torino, sabato 4 ottobre. Pinotti e figlia (studente a Torino) si dirigono all’Ikea con gli uomini della scorta – in borghese – in dotazione al Ministro. All’uscita, tuttavia, si palesa uno dei controllori. Chiede di verificare la mercanzia acquistata (al fine di riscontrare il pagamento): e così fa, senza alcuna resistenza della Pinotti. E dove è lo scandalo? Forse il clamore deriva dal fatto che quando il vigilantes della Telecontrol ha bloccato la responsabile della difesa, uno degli uomini della scorta si sia qualificato come “carabiniere, abbiamo un po’ fretta”. Niente da fare: questo controllo s’ha da fare. E l’ironia web pure, a quanto pare. Si uniscono al coro anche personaggi di una certa fama, come il giornalista Gad Lerner: “la Ministra Pinotti fermata per un controllo anti furto alla cassa dell’Ikea. Tutta colpa del fatto che si spingeva il carrello da sola”.
Daniele Errera