“Non si governa tenendo sul tavolo i dati del gradimento elettorale. L’Italia può salvarsi solo se si faranno cose anche impopolari. Su fisco, giustizia, lavoro. L’Italia va sganasciata e continuo a credere che solo Renzi abbia la forza di farlo”. Ad affermarlo è l’ex presidente del consiglio regionale emiliano e deputato Pd Matteo Richetti, intervistato dal Corriere della Sera.
Per cambiare, spiega il deputato Pd, ormai ex renziano, “dovremmo attuare le cose che abbiamo preparato per anni con Matteo”. Qualche esempio? “Dieci ministeri, 10 Regioni, con abolizione di quelle a statuto speciale, 1.000 Comuni. Poi, una legge choc: ogni procedimento tra cittadini e imprese contro la Pubblica amministrazione o viene risolto in trenta giorni o va in favore del ricorrente”. “Io – continua Richetti – non attacco Renzi. Ma non posso nascondere i problemi che sono sotto gli occhi di tutti“. E spiega: “il primo lo chiamerei ambiguità. Se sulla riforma del lavoro il segretario del Pd, il capogruppo alla Camera e il presidente della commissione Lavoro esprimono tre voti differenti, qualcosa non va. Ma, facendo una sintesi, direi che la velocità sta prevalendo sulla profondità”. Infine torna a riflettere sul premier: “penso” dice Richetti “che a Matteo servano alleanze forti nella società”. Anche con le parti sociali? “I sindacati hanno gravi responsabilità, ma senza sindacati – sostiene il deputato – prevalgono interessi personali e frammentazione sociale”.