Domenica sera Groznyj, capitale della Cecenia, è tornata a tremare. 5 poliziotti sono rimasti uccisi e altri 12 sono rimasti feriti a causa di un attentato kamikaze nei pressi dello stadio che avrebbe ospitato un concerto, apice dei festeggiamenti locali.
Infatti il 5 Ottobre a Groznyj si festeggia il “Giorno della Città”: un caso che nello stesso giorno festeggi il compleanno anche il primo ministro reggente, oltre che Presidente del maggior club calcistico della regione, Ramzan Kadyrov.
La deflagrazione ha fortunatamente graziato la folla. In una nota del ministero degli Interni russo si legge “i poliziotti hanno notato un giovane dall’aspetto sospetto vicino ai metal detector situati all’ingresso della sala concerto, quando hanno deciso di identificarlo, l’uomo si è fatto esplodere”.
È nota l’identità del terrorista suicida. Si tratterebbe di Apti Mudarov, 19 anni, abitante del quartiere di Staropromyslovskij di Groznyj. Fuggito da casa circa due mesi fa, da allora non se ne avevano più notizie.
Secondo alcuni esperti intervistati dalla testata Russia Behind the Headlines l’attentato avvenuto nella capitale cecena potrebbe essere collegato all’Isis. “L’attentato potrebbe essere la risposta alle parole del presidente ceceno” ha detto Sergei Goncharov, presidente dell’Associazione dei veterani del dipartimento antiterroristico “Alfa”, riferendosi all’appoggio dato da Kadyrov ai progetti del Cremlino contro l’Isis.
Neanche Vadim Kozjulin, esperto del Centro per le ricerche politiche della Russia (PIR-Centre), esclude una tale ipotesi: “lo scambio di tecnologie (militari) fra la Cecenia e il mondo arabo avviene da lungo tempo” tale scambio potrebbe riguardare anche arruolati dall’Isis.
Più cauto Nikita Mendkovich, esperto del Consiglio russo per gli Affari Internazionali: “gruppi marginali di inclinazione estremista si servono dell’etichetta Isis come di un marchio riconoscibile” ma ciò non significa che lo Stato Islamico sia riuscito a penetrare nel Caucaso. Concorda su questo punto Sergej Markedonov, politologo e docente all’Università Statale Umanitaria Russa.
Quest’ultimo rileva come trarre conclusioni sull’attentato al momento è prematuro, la scarsezza di dati sulla presenza dell’Isis in Russia rende ogni ipotesi di questo tipo solo un’elucubrazione.
Tuttavia agli inizi di Settembre, con un videomessaggio in arabo sottotitolato in russo, l’Isis ha minacciato la Russia per il sostegno dato al regime di Assad. “Noi libereremo la Cecenia e tutto il Caucaso, se Dio vuole. Il tuo trono è minacciato e cadrà quando arriveremo a casa tua” queste le parole pronunciate contro Putin.
Dopo il collasso dell’Unione Sovietica e le guerre in Cecenia tra forze federali russe e guerriglia separatista, la ribellione si è progressivamente islamizzata. È noto che il movimento radicale islamico ceceno vorrebbe costituire un emirato nel Caucaso del Nord. Inoltre combattenti ceceni sono attivi su molti fronti della jihad, anche in Iraq e Afghanistan. Non è del tutto improbabile un’incursione in territorio russo dell’Isis nel prossimo futuro.