Processo civile, i magistrati bocciano la riforma Orlando
Pollice verso per la riforma della giustizia civile da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. A chiedere al Csm di esprimere un parere sul decreto legge in materia di giustizia civile era stato il Guardasigilli Andrea Orlando, con una nota del 18 settembre.
La riforma sarebbe, secondo i consiglieri del Csm, formata da decreti legislativi troppo frammentari e segmentati. In particolare viene criticata una “rilevante riforma processuale o ordinamentale, fatta attraverso uno strumento che il Costituente non ha predisposto per tale finalità”. Di conseguenza servirebbe un “più ampio dibattito con gli operatori, dentro e fuori le aule parlamentari, assicurando in questo modo una più organica e ponderata riflessione sulle necessarie modifiche”.
La sesta commissione del Csm rileva che i nuovi istituti previsti dal decreto, come la negoziazione assistita, “non hanno caratteristiche tali da indurre ad ipotizzare che la relativa introduzione possa determinare un’effettiva riduzione dell’arretrato ed un’accelerazione dei processi. Inoltre le novità introdotte dal disegno di legge sono parziali e non del tutto satisfattive, motivo per cui saranno sicuramente necessari ulteriori interventi”.
Contro la riforma Orlando si scaglia anche l’Associazione Nazionale Magistrati i cui membri , sul sito istituzionale dell’Associazione, hanno scritto frasi come: “Vere riforme quando? I numeri contano più delle parole. Magistrati italiani: i più produttivi in Europa”. Ed ancora: “ Nel settore civile ci sono in Italia 2.399.530 nuovi procedimenti l’anno contro i 1.581.762 della Germania, i 1.793.299, della Francia e i 1.940.277 della Spagna.
I giudici italiani sono secondi in Europa per numero di cause civili definite e primi per quelle penali”. Un’ultima stoccata arriva in merito al taglio delle ferie dei magistrati: “Questa misura non soltanto non pare in alcun modo assicurare una maggiore funzionalità ed efficienza della giustizia” dichiara la Commissione dei magistrati “ma addirittura potrebbe risultare controproducente”.
Erika Carpinella